Roma, 20 dicembre – Il rappresentante degli oltre 200mila indiani presenti in Italia, Vinod Sahai, ha dichiarato ieri che avrebbe potuto far tornare i due marò in Italia, ma che i governi lo hanno fermato.
Il rappresentante indiano si riferisce ai ministri Giampaolo di Paola, del governo Monti, e a Federica Mogherini dell’attuale governo Renzi; Nonostante fosse stata esposta loro una soluzione extragiudiziale per risolvere la vicenda che vede coinvolti i due soldati italiani, Sahai non è stato preso in considerazione dai due venendo bloccato in un primo momento dal governo tecnico di Mario Monti, che a quel che si dice fermò tutto per paura di figuracce internazionali, e successivamente non trovando nemmeno risposta dalla renziana del PD, alla quale già a maggio era stata inviata una mail in cui Sahai si proponeva da mediatore tra i due Paesi per richiedere che Massimiliano Latorre e Salvatore Girone possano: innanzitutto rientrare patria in attesa del processo a Delhi, essere giudicati da un Paese terzo e disinteressato nella vicenda, oppure essere processati subito con eventuale condanna da scontare in Italia.
Lunedì il rappresentante asiatico tornerà a Delhi per la riunione annuale delle comunità indiane all’estero, sostenendo che esista ancora lo spazio per arrivare ad una soluzione positiva. Avverte però che dovrebbero essere lasciati da parte i politici, probabilmente visti i precedenti nella questione o la scarsa rispettabilità di cui godono nel mondo in seguito anche agli ultimi scandali che infangano la capitale.
Secondo Sahai ci vorrebbe un incontro tra il capo di stato maggiore della Difesa e il suo omologo indiano, perché giunti a questo punto i due militari potrebbero arrivare direttamente alla corte suprema, scavalcando così gli interminabili accordi politico-economici tra i due Paesi, che tengono da quasi tre anni la vita dei due uomini del San Marco appesa a un filo, assieme alla rispettabilità internazionale di un’intera Nazione.
Andrea Bonazza