L’Avana, 19 mag – Era appena decollato dall’aeroporto internazionale José Martì di l’Avana il Boeing 737 della Cubana de Aviaciòn, compagnia aerea di bandiera di Cuba, che si è schiantato al suolo a pochi km di distanza dallo capitale.
Il volo CU97 della Cubana, diretto all’aeroporto isolano di Holguìn, era operato con un Boeing 737-200 della prima generazione della celebre linea di prodotti della casa statunitense, aeromobile di proprietà della low cost messicana Damojh Aerolineas a sua volta controllata dal gruppo Global Air. Una pratica comune, a Cuba, quella di prendere in affitto aerei ed equipaggi (il cosiddetto “wet lease”) per sopperire alla cronica mancanza di pezzi di ricambio che costringono spesso e volentieri la compagnia locale a cancellare i propri voli.
Lo schianto è avvenuto alle 12.08 ora locale, le 19.08 in Italia. 109 i passeggeri a bordo, compresi i 4 membri dell’equipaggio. Quasi tutti cubani, come gli unici supersititi: tre donne estratte miracolosamente vive dalle lamiere in fiamme e ora ricoverate in gravi condizioni in vari ospedali della capitale. La Farnesina – immediatamente mobilitata con l’unità di crisi nei primi istanti dopo lo schianto: inizialmente si pensava fosse un volo charter della compagnia italiana Blue Panorama, molto attiva in zona – sta comunque verificando che non vi fossero italiani a bordo.
Ancora ignote le cause del disastro. Alcuni testimoni riferiscono che l’aereo avrebbe urtato i fili dell’alta tensione mentre era in manovra per rientrare verso lo scalo, forse un disperato tentativo di riguadagnare la pista per mancanza di spinta sufficiente da parte dei motori di un velivolo con quasi 40 anni di servizio sulle spalle.
Il neo presidente di Cuba, Miguel Daz-Canel, recatosi immediatamente sul luogo dello schianto, ha proclamato il lutto nazionale.
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