Parigi, 27 lug – Stavolta niente depressione, problemi familiari e drammi personali. I due jihadisti autori dello sgozzamento del prete nella chiesa di Saint Etienne du Rouvray erano due “terroristi annunciati”. Come al solito le informazioni dalle autorità francesi trapelano con una certa lentezza, per il momento si conosce soprattutto il profilo di uno dei due attentatori, Adel Kermiche, un ragazzo “francese” di 19 anni, nato il 25 marzo a Mont Saint Aignan nel dipartimento della Senna Marittima (Normandia). Adel viveva proprio a Saint Etienne du Rouvray e nonostante la giovane età e il fatto di vivere ancora a casa con i genitori, non era certo uno sconosciuto per le forze dell’ordine. Era infatti sottoposto ad un regime di libertà vigilata (braccialetto elettronico), dopo che nel 2015 aveva tentato per ben due volte di raggiungere la Siria ed unisrsi alle milizie del Califfato.
Fu proprio in seguito del secondo tentativo, avvenuto il 13 maggio 2015, che venne intercettato e respinto dalla Turchia ed arrestato poi all’aeroporto di Ginevra. Estradato in Francia, ha passato qualche mese in carcere. Un giudice istruttore aveva poi disposto la sua scarcerazione e la disposizione di altro tipo di restrizioni, come appunto l’applicazione del braccialetto elettronico. Adel Kermiche non poteva lasciare il dipartimento della Senna Marittima e aveva l’obbligo di risiedere presso la famiglia. Non erano però arresti domiciliari veri e propri, visto che dalle 8.30 alle 12.30 dal lunedì al sabato e fino alle 14 la domenica, aveva libertà di movimento. Un lasso di tempo che gli è stato sufficiente per compiere il delitto insieme al suo complice: l’attacco alla chiesa e lo sgozzamento di padre Jacques Hamel sono avvenuti intorno alle 9.30 del mattino. Il fatto che Adel potesse girare tranquillamente la mattina ha generato molte polemiche in Francia, visto che la Procura antiterrorismo si era opposta alla decisione del giudice che aveva concesso il braccialetto elettronico al futuro terrorista.
Sempre dalle informazioni diffuse dalle autorità transalpine, sembra che in Siria ci sia un fratello di Adel, divenuto nel frattempo un combattente dello Stato Islamico. Dunque nessuna “radicalizzazione” in tempi rapidi, ma propositi che Adel Kermiche covava da tempo (almeno dall’attentato a Charlie Hebdo), come riferiscono alcuni testimoni ai media francesi: “Mi disse: sul Corano e sulla Mecca, attaccherò una chiesa. Me lo disse due mesi fa uscendo dalla moschea. Sulla vita di mia madre, non gli ho creduto. Ma non mi sono stupito, me ne parlava tutto il tempo. Parlava dell’Islam, che avrebbe fatto cose del genere”. Non sono stati dunque solo i magistrati francesi a sottovalutare la pericolosità di Adel, ma anche i suoi stessi conoscenti che non davano credito alle sue parole. I fatti purtroppo hanno dimostrato che si sbagliavano.
Davide Romano