Johannesburg, 12 ott. – Da circa tre settimane gli studenti sudafricani, del movimento denominato #Feesmustall, contestano la proposta di aumento delle tasse universitarie avanzata dal governo, ma negli ultimi giorni la situazione è precipitata, numerosi gli scontri con la polizia e gli atti vandalismo. Gli scontri più violenti tra studenti e forze dell’ordine sono avvenuti a Johannesburg, presso l’Università di Witswatersrand, nelle vicinanze sono stati dati alle fiamme autobus e presi d’assalto alcuni negozi.
A scatenare l’ondata di proteste è stato il ministro dell’istruzione Lama Nzimande, che aveva annunciato il possibile aumento delle tasse universitarie per il 2017, la decisione sulle somme da applicare sarebbe spettata alle singole università e il limite massimo dell’aumento rispetto all’anno precedente non avrebbe dovuto superare l’8% . Già lo scorso anno lo stesso ministro aveva presentato un piano simile, prevedeva un aumento delle tasse fino al 6%, a seguito le veementi manifestazioni studentesche la proposta era stata poi ritirata. Ieri, per far fronte alle crescenti tensioni, il presidente Jacob Zuma ha annunciato la creazione di una task force ministeriale che si occuperà della “normalizzazione della situazione in tutti gli istituti di tutto il Sudafrica” cercando di dialogare con tutte le parti interessate.
Il movimento studentesco minaccia l’interruzione delle attività didattiche, chiede che l’istruzione diventi gratuita per tutti e che anche al mondo accademico sia applicata una “decolonizzazione”, sono da ricordare le proteste dello scorso anno contro il monumento dedicato a Cecile Rhodes, considerato un simbolo della colonizzazione. Il #Feesmustfall sostiene che i sudafricani neri costituiscano meno di un quarto degli studenti, i docenti neri siano sottorappresentati. Secondo il movimento studentesco la battaglia che stanno conducendo in questi giorni sarebbe un proseguimento della lotta all’Apartheid. I rappresentanti di questo movimento “nato dai social” dimenticano forse che dal 1994 è al potere proprio il partito di chi ha combattuto e vinto quella lotta, proprio quell’African National Congress che non riesce a far fronte ad una crescente crisi economica e all’aumento delle tensioni etniche e sociali all’interno del paese.
Guido Bruno