Berlino, 10 mar – Sono quasi 1.200 i casi di coronavirus in Germania, e ieri si sono registrati i primi due decessi. Sono una donna 89enne che soffriva già di patologie gravi e un 78enne, malato anch’egli, entrambi provenienti dal circondario di Heinsberg, dove a metà febbraio ha avuto luogo una festa di carnevale che ha fatto da epicentro all’epidemia in tutta la regione Nordreno-Westfalia.
Proporzioni stridenti
Ma se i casi di infezione stanno salendo in maniera esponenziale, l’andamento delle morti segue una curva piuttosto inusuale e sproporzionata rispetto agli altri Paesi colpiti dall’epidemia. Fino a ieri, infatti, su più di mille contagi non si erano ancora registrati decessi. Secondo i dati raccolti dall’Oms in Europa, invece, nei Paesi Bassi, con 265 casi confermati, le vittime sarebbero già 3. In Francia, con 1.412 contagi i morti sono 25 e in Spagna su 1204 casi (raddoppiati in un solo giorno) i decessi sarebbero 28. Proporzioni che stridono con i dati forniti da Berlino, che fino a ieri contava 0 morti su poco più di un migliaio di feriti. E la notizia dei due anziani deceduti cambia di poco l’anomalia.
Cifre a ribasso?
Ma la delegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo non ci sta. Le cifre “potrebbero essere a ribasso”, denunciano, dal momento che lo scorso 20 febbraio alcune tv tedesche davano notizia del “raddoppio dei casi di influenza nel giro di pochi mesi: da 40mila di inizio stagione ad 80mila, in meno di due settimane”. Lo riporta Il Giornale.
I dati non tornano
Che ci sia qualcosa che non torni con i dati è sotto gli occhi di tutti: come può il Paese da cui è originata l’epidemia in Europa, la stessa che sta fustigando l’Italia, registrare un numero così basso di infetti e di vittime? “Il sospetto è che anche in Germania ci si ammali e si muoia di Covid-19, ma che le autorità non lo sappiano o meglio non lo dicano“, spiega eurodeputato di FdI Carlo Fidanza, che assieme ai colleghi Fitto, Berlato, Fiocchi, Procaccini e Stancanelli, ha presentato un’interrogazione al Parlamento di Strasburgo, per chiedere che la Commissione faccia luce sul numero effettivo di contagi e decessi provocati dal Covid nel Paese della Merkel.
Manca un protocollo
Sempre secondo i deputati di Fdi non è stato disposto un “un vero e proprio protocollo per eseguire i tamponi necessari a riconoscere l’infezione da Covid-19 in tutti i pazienti potenzialmente a rischio”, in Germania e in altri Paesi europei. “I dati relativi alle persone affette da coronavirus risalenti a circa un mese orsono mostrano come i casi riconosciuti siano stati all’epoca maggiormente concentrati in Francia e Germania, ben prima che in Italia”.
Azioni di verifica post-mortem
“È strano, quindi, che il nostro Paese ora sia tra i primi al mondo per contagi e decessi”, continua Fidanza. “Anche alla luce del fatto che in alcune nazioni, come ad esempio la Spagna, i tamponi post-mortem abbiano dimostrato come alcune persone classificate come vittime di normale influenza, in realtà fossero decedute a causa del virus“. E conclude: “Sembrano essere mancate, ad eccezione dell’Italia, un’azione di controllo diffusa e una puntuale verifica delle cause di morte dei pazienti”, facendo richiesta alla Commissione di intervenire coordinando “un’azione di verifica, anche post-mortem, sulle cause dei decessi delle ultime settimane nei 27 Stati Membri”. “L’Europa dovrebbe verificare che i tamponi vengano eseguiti in maniera sufficiente, sistematica e adeguata ovunque, non solo nel nostro Paese”, chiosa l’europarlamentare.
Cristina Gauri
3 comments
….strano, vero? Si, “loro” non si sono destinati alla macellazione….
Certa cultura della falsità…, lascia sempre sputtanare i più ingenui ed onesti. E’ il tragico filo conduttore di tutto il nostro sistema “democratico” da decenni!
[…] La ricerca, condotta dal teamguidato dal Professor Massimo Ciccozzi (responsabile della unità di Statistica medica ed epidemiologia molecolare) si chiama “A doubt of multiple introduction of SARS-CoV-2 in Italy: a preliminary overview” ed è pubblicato dalla rivista Journal Medical Virology. Allo studio, secondo quanto riporta La Repubblica, hanno partecipato anche la dottoressa Marta Giovanetti, la professoressa Silvia Angeletti e Domenico Benvenuto, uno studente al sesto anno di medicina. “La ricerca che abbiamo effettuato” fanno sapere gli esperti “dimostra che in Italia si sono succeduti due differenti eventi epidemici in due momenti distinti e probabilmente distanti tra loro: uno che viene direttamente dalla Cina, l’altro invece da un Paese europeo, con ogni probabilità la Germania. […]