Roma, 27 feb – Quando la Gran Bretagna è uscita dall’Unione Europa in tanti hanno sottolineato che questo sarebbe stato solo l’inizio. Presto, altre nazioni del vecchio continente avrebbero seguito il suo esempio e abbandonato Bruxelles al suo destino. Tra Polonia e Svezia, ad esempio, si sono levate voci a sottolineare che è arrivata l’ora di recedere dall’Unione. In molti hanno preso sul serio questo dichiarazioni visto che questi due Paesi tendono ad anteporre i loro interessi a quelli europei. Basti pensare che, nonostante un formale impegno in tal senso, entrambi si rifiutano di adottare l’euro. Adesso alla lista delle nazioni in cui il sentimento euroscettico è in forte crescita troviamo pure la Spagna, dove monta la discussione attorno al tema “Spexit”.
Somos España chiede un referendum sulla “Spexit”
Di recente infatti, Somos España – un partito di sinistra (e questa sarebbe di per sé già una notizia) – ha lanciato una campagna per indire un referendum sull’ipotesi Spexit, vale a dire sulla permanenza o meno della Spagna nell’Ue e nella moneta unica.
Il suo leader, Luis Carlos Nogues, sottolinea che l’iniziativa aperta a tutte le forze politiche. L’obiettivo è chiedere il parere degli elettori sulla necessità o meno di continuare a far parte dell’Ue e dell’euro: è aperta anche a chi è a favore della permanenza nel consesso comunitario perchè, spiegano i promotori, è qualcosa che ha a che fare con la democrazia spagnola.
Non solo Spagna
Il raggio d’azione di Somos non si limita alla sola Spagna e alla sola “Spexit”. Il suo leader sta stringendo alleanze con, fra gli altri, Charles Henry-Gallois leader di Generation Frexit, Gianluigi Paragone leader di Italexit e l’ex europarlamentare britannica del Brexit Party Alexandra Philips. Nel medio termine si vorrebbe creare una rete comune avente come scopo proprio la fuoriuscita concordata dall’Ue.
Certo può sembrare strano che un piccolo partito di sinistra stia lavorando a un progetto simile. Ciò dimostra da una parte la capacità di questo partito di essere in sintonia con il suo elettorato, dall’altro la crescente disillusione verso Bruxelles.
Giuseppe De Santis