Lubiana, 8 mar – Fu un vero e proprio massacro quello perpetrato dai comunisti titini nei confronti della popolazione accusata di collaborazionismo con il “nazifascismo”. Era noto da tempo ma è notizia di oggi che da Huda Jama, “la grotta maligna”, sito ubicato in una miniera abbandonata vicino a Celie in Slovenia e utilizzato nel secondo dopoguerra dai comunisti jugoslavi per un’esecuzione di massa, sono stati riesumati i resti di 1420 persone.
A riportarlo è la Commissione statale slovena per le fosse comuni, secondo cui oltre 600 siti con analoghe caratteristiche sono stati rinvenuti sul territorio del Paese. I resti di 778 presunti collaborazionisti sono stati seppelliti al cimitero memoriale di Dobrava, nei pressi di Maribor. Mentre le restanti ossa delle vittime verranno sepolte nello stesso luogo, dopo una serie di campionamenti per analisi del Dna.
Il sito di Huda Jama è stato scoperto nel marzo 2009, ma la Commissione slovena non sa calcolare con precisione il numero totale delle persone sepolte, stimandolo tra le 2.500 e le 5.000. Gli studiosi sostengono inoltre che la maggior parte delle vittime sia di nazionalità slovena e croata, persone che vennero accusate di aver collaborato a vario titolo con i “nazifascisti” senza tra l’altro essere sottoposte a processi regolari.
Eugenio Palazzini
2 comments
maledette guerre e maledetta politica che crea ed ha sempre creato odio e distruzione senza parlare di crimini……….
in italiano non si dice maribor ma marburgo.