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Siria, Trump lascia 200 militari a difesa dei pozzi petroliferi nel nordest

by Ludovica Colli
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Teheran, 21 ott – Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump intende approvare un nuovo piano per mantenere circa 200 militari Usa nella Siria orientale per supportare gli alleati curdi a mantenere il controllo dei giacimenti petroliferi, secondo quanto riporta il New York Times. Una mossa per impedire al governo siriano del presidente Assad di riprendere il controllo dei pozzi nella regione. Il quotidiano ha citato un alto funzionario dell’amministrazione affermando che Trump sta proponendo un nuovo piano del Pentagono per mantenere un contingente di quasi 200 unità delle forze speciali in alcune basi nella Siria orientale, alcune vicino al confine con l’Iraq. Trump sembrava accennare a questo risultato in un tweet di domenica, dicendo: “Abbiamo messo in sicurezza il petrolio”. Alla luce del piano militare al vaglio della Casa Bianca, appare contraddittorio il tweet presidenziale in merito al ritiro: “I soldati Usa non sono più nelle zone di combattimento o del cessate il fuoco, abbiamo messo in sicurezza il petrolio, stiamo portando i soldati a casa“, ha scritto Trump.

Iran: “Turchia rispetti la sovranità della Siria e l’accordo di Adana”

Intanto, l’Iran torna a chiedere alla Turchia rispetto per “la sovranità” e l'”integrità territoriale” della Siria dopo l’aggressione di Ankara contro i curdi in territorio siriano. “I timori” del governo turco “andrebbero affrontati con un meccanismo pacifico”, ha sottolineato il portavoce della diplomazia di Teheran, Abbas Mousavi, citato dall’agenzia Tasnim. Il portavoce ha fatto riferimento all’Accordo di Adana firmato nel 1998 da Turchia e Siria e ha sollecitato Ankara e Damasco “a tornare a questo accordo“. Mousavi ha inoltre confermato che negli ultimi giorni ci sono stati contatti tra il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, e gli omologhi di Ankara e Baghdad. Da giorni l’Iran – come anche la Russia – spinge per ristabilire l’Accordo di Adana che riguarda la gestione dei confini tra Turchia e Siria e la possibilità di Ankara di intervenire contro le milizie curde ritenute dal governo turco “organizzazioni terroristiche”. Ecco perché l’Iran si è detto contrario al fatto che la Turchia stabilisca proprie postazioni militari all’interno della Siria. ”Noi siamo contrari al fatto che Ankara installi postazioni militari in Siria. La questione va risolta in modo diplomatico. L’integrità della Siria va rispettata”, ha dichiarato.

Ludovica Colli

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