Damasco, 3 lug – Forze islamiste, riunite in una coalizione che va dai qaedisti di Jabatt al Nusra ai salafiti raccolti nel gruppo Ahrar al Sham, hanno in queste ore lanciato una forte offensiva nella città di Aleppo, che mira conquistare la parte (più di metà) ancora sotto il controllo delle truppe del legittimo governo di Bashar al-Assad. Della coalizione non farebbe parte l’Isis, ma la sua composizione non lascia dubbi su chi si annidi fra i sedicenti “ribelli” sostenuti da larga parte dell’occidente.
L’obiettivo dell’offensiva “è liberare la città di Aleppo” ed imporre la legge coranica, la sharia. Oltre a ciò, Aleppo riveste anche un ruolo strategico: se cadesse in mano al nemico, il controllo di Damasco sulla Siria si ridurrebbe alla striscia che va dalla capitale a Latakia, città affacciata sul Mediterraneo e a poca distanza da Tartus, dove staziona la flotta della marina russa. Il resto del paese vive invece una situazione di stallo, con i diversi fronti ad avanzare e retrocedere in continuazione.
A fronteggiare i fondamentalisti ad Aleppo, oltre all’esercito siriano, anche miliziani di Hezbollah ormai entrati a pieno titolo tra le forze che si contrappongo all’avanzata dei terroristi. Al momento si contano già 8 civili uccisi, mentre l’esercito siriano conta decine di morti. Numerose le perdite anche nel fronte islamista.
Roberto Derta
Siria, è cominciata la battaglia per Aleppo
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