Damasco, 31 gen – Laddove non poterono i bombardamenti mirati (sicuri?) francesi e americani, potè l’intervento russo. Quasi 6mila incursioni dallo scorso ottobre, ufficialmente contro obiettivi sensibili dell’Isis ma in realtà orientati indistintamente contro tutte le forze terroristiche ostili ad Assad, hanno permesso alle truppe del legittimo governo di Siria di avanzare in numerose zone del paese, rintuzzando gli attacchi dei sedicenti “ribelli”.
I maggiori successi di registrano nella zona di Latakia, città nel nordovest della Siria, affacciata sul mediterraneo e vicina al confine con la Turchia. La città è ormai totalmente in mano alle truppe di Damasco, cosa che permette a Siria e Russia – che operano insieme ad Hezbollah e truppe dell’Iran – di centrare un obiettivo, vale a dire bloccare i rifornimenti che passano da quel gruviera che è la frontiera turca. Interrompere queste linee, vitali per ribelli ed Isis complice anche il vago atteggiamento di Ankara, sarà la partita attorno alla quale si giocherà buona parte del futuro del conflitto.
Sempre nelle vicinanze è da registrare la manovra a tenaglia che sta stringendo la morsa attorno a Idlib, offensiva che va letta anch’essa nell’ottica di spingere i gruppi di Al Nusra /Al Qaeda verso la Turchia. Non è un caso che il Sukhoi russo sia stato abbattuto proprio in quest’area.
Buone notizie per la Siria anche dal fronte di Deir ez-Zor, località al confine orientale con l’Iraq, riconquistata da poco e dove il 17 gennaio scorso l’Isis ha compiuto un massacro sulla popolazione. L’esercito sta consolidando le posizioni nel vicinato della città, tenendo ormai saldamente il controllo della locale base aerea.
Roberto Derta
1 commento
I siriani sedicenti profughi dovrebbero essere li a combattere per il loro paese ed invece oltre le donne e bambini gli uomini e ragazzi sono traditori e disertori