Damasco, 1 mar – “Faremo la nostra parte affinché la tregua funzioni e concederemo piena amnistia a coloro che deporranno le armi”, lo ha dichiarato il presidente siriano Bashar al Assad in un’intervista concessa alla tv tedesca ARD a proposito del cessate il fuoco in atto da sabato scorso. Assad ha offerto un “ritorno alla vita civile” a coloro che hanno imbracciato le armi contro l’esercito siriano a patto appunto che depongano e consegnino le armi. Il presidente siriano ha specificato di essere disposto, tenuta di conto la suddetta condicio sine qua non, di essere disposto a concedere “un’amnistia senza limiti” anche a coloro che non sono interessati a partecipare ad un processo politico. “Per me – ha detto Assad – l’importante dal punto di vista giuridico e costituzionale, nell’interesse del popolo siriano, è che non vadano in giro con armi e blindati che poi vengono indirizzati contro i cittadini e i loro beni”.
L’amnistia non riguarderebbe comunque i terroristi appartenenti ai vari gruppi jihadisti, in particolare Isis e al Nusra. Il presidente siriano ha dichiarato alla tv tedesca che vari gruppi armati hanno violato l’accordo di cessate il fuoco subito dopo la tregua raggiunta e l’esercito siriano ha evitato rappresaglie. Nel frattempo numerosi combattenti di Jaish Al Fatah, Jaish al-Islam e Yarmouk Martyrs Brigade hanno deciso di deporre le armi e regolarizzare la loro situazione. Nel quartiere Al Qadam, nei pressi di Damasco, 80 combattenti “ribelli” hanno deciso di unirsi alle Forze Armate siriane. Più volte poi tra ieri ed oggi l’esercito libanese ha colpito combattenti dell’Isis e di al Nusra nei pressi di Ersal in Libano. Nel nord della Siria poi, nella città di Tal Abyad, 120 combattenti dell’Isis sono stati uccisi dai curdi dell’Unità di protezione del popolo (YPG). E proprio oggi è stata riaperta l’autostrada Khanaser – Aleppo.
Alberto Palladino – Eugenio Palazzini