Birmingham, 8 mar – Sarà pure vero, come non cessano di dirci, che il terrorismo ha poco a che fare con l’islam e nulla a che fare con gli immigrati, ma a Birmingham la presenza immigrata, l’avanzata dell’islam e la minaccia terroristica vanno di pari passo. A confermarlo, un rapporto approfondito anticipato oggi dal Sunday Times. Il rapporto, condotto dalla polizia su ordine del capo dell’antiterrorismo britannica, Mark Rowley, ha preso in esame vari reati fra cui i 269 attentati e attacchi censiti perpetrati da cittadini del regno (nel Paese o all’estero) dal 1998 in avanti. Se ne deduce che un decimo di tutti i presunti jihadisti britannici è originario di appena “5 quartieri di Birmingham”, nella cui area metropolitana vivono oltre 234.000 musulmani: più del totale di Yorkshire, Grande Manchester e Lancashire messi insieme.
E che il numero di crimini riconducibili a costoro è più che raddoppiato nei soli ultimi 5 anni. Birmingham è la seconda città d’Inghilterra per popolazione e capitale delle Midlands. Nel 2015, la Fox fu costretta a chiedere scusa perché due giornalisti paragonarono la città a un califfato. Ma, di fatto, le cose stanno proprio così: il 22% della popolazione è musulmano, ma in alcuni quartieri periferici come Washwood, Bordesley o Sparbrook, la proporzione islamica supera il 70%.
Prima della Grande Moschea di Roma la Moschea Centrale di Birmingham è stata la più grande di Europa. In città si contano, in totale, circa 200 moschee. Secondo il Daily mail già nel 2011 i bambini bianchi erano in minoranza in città, pur rappresentando, con il 47% del totale, il gruppo unico tuttora più numeroso. Nella vicina Leicester si prevede che i bambini provenienti da famiglie bianche costituiranno il 31,8% dei minori di 16 anni entro il 2026.
Giorgio Nigra
1 commento
mettere contro cristiani contro musulmani…cui prodest ?