Il Cairo, 19 set – L’università di al Azhar è la massima autorità religiosa dell’Islam sunnita nel mondo. Per questo quando una notizia esce da lì, si può affermare che dia le linee guida per i musulmani sparsi nei vari angoli del globo. L’ultima dichiarazione arriva da un docente del prestigioso ateneo, professore di Giurisprudenza comparata islamica. Sabri Abdul Rauf, docente di all’Università al Azhar, sostiene che fare sesso con la moglie morta è “halal”, cioè permesso.
La bizzarra e macabra tesi, a cui si fatica a credere, è stata esposta nel corso di un’intervista all’emittente LTC e viene giustificata in nome del cosiddetto “coito d’addio”, cioè quel rapporto sessuale che si consuma per fare l’ultimo saluto alla consorte. Pratica che per l’illustre professore è insolita ma lecita e che se viene messa in atto non può essere considerata adulterio. Non solo: nella surreale intervista il giornalista incalza il professore e gli chiede se l’atto non sia da considerarsi una forma di “profanazione di cadavere”. Domanda a cui Rauf risponde serio e senza timore di smentita.
Quello del sesso con la moglie morta è un tema che pare stia a cuore agli egiziani, dal momento che già in passato si è legiferato in materia, stabilendo che un uomo poteva fare sesso con il corpo della defunta consorte fino a sei ore dopo il decesso. Oggi come allora la tematica spacca la società egiziana, e le ultime dichiarazioni che arrivano da al Azhar sono ritenute da molti, anche tra i musulmani, irricevibili. Anche il governo egiziano si è dissociato dalla tesi e si è detto sdegnato da un’opinione “così insana e illogica”, che “deforma l’immagine dell’Islam e dei musulmani nel mondo e danneggia tutti noi”. Si attende ora la presa di distanza ufficiale anche dal grande imam di al Azhar