Edimburgo, 2 dic – In questi giorni Alex Salmond, il primo ministro scozzese, ha presentato il libro bianco, dal titolo «Il futuro della Scozia: la vostra guida a una Scozia indipendente», che dovrebbe tracciare le tappe dell’indipendenza scozzese.
Il libro secondo i leader dello Scottish National party (Snp) dovrebbe indicare il percorso dei negoziati e rappresentare la sostenibilità della separazione dal Regno Unito, riguardo la crescita economica, industriale, occupazionale e la solidità finanziaria del paese dopo l’indipendenza. Per Salmond il libro “E’ il più completo progetto di un paese indipendente mai pubblicato, non soltanto per la Scozia ma per ogni paese che avrà questa prospettiva. Ma è più di questo, è un impegno e un prospetto per il tipo di paese che vogliamo diventare”, il premier ha poi aggiunto “La nostra è la visione di una Scozia indipendente che riguadagna un posto da membro a pieno titolo del consesso delle nazioni. Non cerchiamo l’indipendenza come un fine in sé ma piuttosto come un mezzo per cambiare la Scozia in meglio”.
Le sorti dell’indipendenza passeranno dall’esito del referendum che si svolgerà il 18 settembre del prossimo anno, i sondaggi effettuati finora non delineano un quadro confortante per il governo scozzese, il dato sui sostenitori del “si” all’indipendenza oscilla tra il 32 e il 38%, mentre il fronte del “no” si attesta sul 47%.
Lo scetticismo degli scozzesi attorno alla proposta di autonomia è dettato dalla debolezza di alcuni nodi decisivi per la formazione del nuovo Stato, come la volontà di mantenere la regina Elisabetta II a capo dello stato, accantonata la nascita dello “scottish pound” la moneta di riferimento rimarrà la sterlina e di conseguenza sarà centrale il ruolo della Banca d’Inghilterra nella politica monetaria scozzese. Prima della consultazione referendaria dovrà essere negoziata l’adesione all’Ue pur mantenendo valida l’unione doganale e di frontiera col Regno Unito, mentre sul fronte militare i sommergibili Trident ancorati nella base navale del Clyde verranno dismessi.
La tabella di marcia indipendentista mostra anche alcuni spunti interessanti come il ritorno al settore pubblico della Royal Mail, la rivendicazione del petrolio del Mare del Nord e il rifiuto della quota di debito pubblico britannico che spetterebbe alla Scozia in caso di separazione.
Guido Bruno