Roma, 30 nov – Quanto accaduto a Parigi nelle scorse ore non rappresenta altro che l’ennesima conferma: tutto, ma veramente tutto quello che è stato detto in seguito agli attentati del 13 novembre è falso.
Le contraddizioni di quell’orgia di retorica sono venute allo scoperto in seguito alle manifestazioni contro il Cop21, il grande meeting sul clima in corso nella capitale francese.
Ovviamente il primo ritorno alla realtà lo hanno causato i manifestanti, buoni fra i buoni, buonissimi, super-buoni, con i loro vestiti da clown, le loro intenzioni umanitarie e ovviamente alter-globaliste, i loro fiori contro la polizia cattiva. Peccato che i fiori, nello specifico, fossero stati saccheggiati dai luoghi in cui i cittadini di Parigi si erano messi a ricordare i morti del 13 novembre. Proprio così, per fronteggiare la polizia, alcuni manifestanti hanno usato anche le candele e i vasi lasciati in omaggio dei morti delle stragi.
Ma come, ma non dovevamo essere tutti uniti nel cordoglio, non eravamo tutti la “generazione Bataclan”? Ora, ovviamente, ci sarà la corsa a prendere le distanze e ad incolpare i fantomatici “black bloc” che ogni volta spuntano da chissà dove a rovinare con la violenza i cortei dei pacifisti. Sì, come no…
Ma c’è anche un’altra contraddizione che non si può tacere: se davvero “dopo gli attentati dobbiamo riprendere la nostra vita di sempre per non darla vinta ai terroristi” (ce lo hanno ripetuto in tutte le salse, tutti, ogni volta dicendo questa cosa con tono grave, come se fosse una grande perla di saggezza), perché allora non si può manifestare?
Perché c’è lo stato d’urgenza, d’accordo. Ma, per l’appunto, almeno la si faccia finita con la retorica del “come siamo felici, come ci divertiamo, il terrore non ci porterà via la gioia di vivere”. Sembra evidente a tutti che, a Parigi ma non solo, le nostre vite non stanno andando avanti come se niente fosse. Il terrorismo ha cambiato il nostro stile di vita, nonché ciò che si può e non si può fare nelle nostre società. Qualcuno dice che il terrorismo esiste apposta e che se non ci fosse, il potere dovrebbe inventarlo. Ma questa è un’altra storia.
Giorgio Nigra