Mosca, 8 apr – Mentre si avvicinano le celebrazioni della vittoria nella “grande guerra patriottica”, come la chiamano i Russi, altrimenti ricordata come seconda guerra mondiale, in programma per il 9 maggio, crescono in quel paese i sentimenti patriottici.
Se dalle partecipazioni internazionali alle celebrazioni del 9 maggio potrà essere ricostruita anche simbolicamente la rete di alleanze e la misura del presunto isolamento del Cremlino in seguito ai fatti di Ucraina e Crimea, e alla pressione dei mezzi di stampa occidentali nonché della stessa Nato ai confini occidentali del gigante euro-asiatico, un programma di più vasta portata e di lungo termine è stato deciso all’interno della Federazione, evidentemente in linea con il sentimento popolare che un presidente come Putin che pare godere dell’85% dei consensi si presume sia in grado di cogliere con una certa sensibilità.
Il Ministero dell’educazione e delle scienze ha quindi sviluppato e appena proposto un programma denominato “Educazione patriottica dei cittadini della Federazione Russa per gli anni 2016-2020”, che sarà soggetto alla consultazione pubblica e ai commenti fino al 16 aprile prossimo.
Gli obiettivi del programma sono definiti e specifici:
- Per cinque anni il numero di Russi “fieri della propria nazione” dovrebbe aumentare dell’8%
- Le unità combattenti preparate nelle scuole militari aumenteranno di tre volte
- Il numero di volontari delle forze armate aumenterà del 10%
Il programma sarà realizzato in cooperazione con il ministero della Difesa e per la campagna di educazione, formazione e propaganda è prevista una spesa di 1,8 miliardi di rubli (circa 35 milioni di euro al cambio attuale).
In realtà, i piani quinquennali di educazione patriottica del ministero dell’Educazione sono stati avviati nel 2001, ma nel primo di questi – a differenza del nuovo programma – gli obiettivi erano piuttosto vaghi come “formare la consapevolezza patriottica dei cittadini e il senso di lealtà alla madrepatria”.
Significativa è la nota esplicativa a corredo del programma, secondo la quale nella difficile situazione geopolitica attuale in cui sussiste un forte aumento della competizione su scala globale e si assiste a tentativi di utilizzare i problemi sociali ed economici della nazione per destabilizzarne l’assetto politico, la Russia necessita di riconsiderare l’importanza dei nuovi giovani patrioti.
Il programma sarà sviluppato lungo diversi fronti: sviluppo di nuove tecnologie di sorveglianza, riconoscimento e identificazione, e relativa formazione dei tecnici, espansione dell’insegnamento da parte di specialisti militari negli istituti formativi, miglioramento dei metodi di integrazione dei volontari nelle unità militari, rafforzamento della campagna informativa. Si raccomanda anche di utilizzare i nuovi media e in particolare internet e la blogosfera per diffondere temi patriottici, nonché di “creare le condizioni per sostenere videogame e altri elementi multimediali” sempre a tema patriottico.
Molta enfasi sarà posta nella diffusione della storia, letteratura, geografia e cultura russe, anche attraverso la formazione e l’aggiornamento degli insegnanti e dei docenti.
Misure speciali sono previste per i Russi di tutte le età, letteralmente “dalla culla”, differenziandosi opportunamente secondo età e gruppo sociale (famiglia, scuola, forze armate, istituzioni culturali, funzionari pubblici). Tutto questo dovrebbe portare a una “trasformazione dei cittadini e dei loro valori, focalizzati sugli interessi nazionali della Russia”, così da rendere la popolazione nazionale pronta “a servire gli interessi della madrepatria, fino al sacrificio personale”.
Una parte significativa del programma è dedicata allo sviluppo del patriottismo militare e delle motivazioni dei giovani per servire nelle forze armate, tanto da prevedere per il 2020 un aumento del 10% del reclutamento volontario.
Oltre alla formazione militare nelle scuole di ogni ordine e grado, sarà posta particolare enfasi nella preparazione sportiva, in particolare quella a carattere più “militare”.
Riconoscimenti personali come quello denominato “Pronto per il lavoro e la difesa” saranno aumentati di tre volte a favore degli studenti più meritevoli nelle discipline militari e sportive, quali titoli di merito per l’ammissione agli istituti formativi superiori o a posti di lavoro qualificati.
Tra i primi commenti al programma, si leggono reazioni abbastanza critiche, anche da parte di insegnanti, che sottolineano la lotta alla corruzione interna come priorità per rendere veramente “amabile” la patria, mentre altri evidenziano la stridente contraddizione tra le straordinarie ricchezze naturali del paese e la relativa arretratezza sociale ed economica. Altri sembrano desiderare più un paese “normale” che infiammato di patriottismo. È ancora troppo presto, tuttavia, per valutare le reazioni a un programma che ad alcuni pare richiamare l’epoca sovietica.
D’altra parte, occorre anche ricordare che – come si dice – “big gun” vince sempre su “big money”, come altri nel mondo, in particolare dall’altra parte dell’Atlantico (o, trattandosi di Russia, anche del Pacifico) hanno capito molto bene e da tempo, e che la volontà di combattere costituisce una componente irrinunciabile senza la quale nessun esercito, per quanto ben equipaggiato, ha speranza di vittoria. L’esperienza, almeno parzialmente vittoriosa, dei combattenti separatisti del Donbass, nell’Ucraina orientale, rappresenta in questo senso un esempio recente e abbastanza chiaro.
Per ultimo, non può sfuggire il contrasto con un’Italia in cui il patriottismo è generalmente equiparato a poco più di una stramberia folkloristica e i posti (e i fondi) disponibili per l’ingresso dei nostri giovani migliori nelle Scuole militari e nelle Accademie militari, la cui eccellenza è riconosciuta in tutto il mondo, diminuiscono anno dopo anno.
Francesco Meneguzzo