Roma, 19 dic – Il viaggio in India del presidente della Russia Vladimir Putin – il suo primo all’estero dall’inizio della pandemia, tolta una rapida sosta a Ginevra per incontrare Joe Biden a giugno – si è rivelato molto vantaggioso per il capo di Rosneft, Igor Sechin. Anche se presentato ufficialmente come una discussione militare e industriale, l’incontro tra il capo di Stato russo e l’indiano Narendra Modi ha dato a Sechin e ai suoi assistenti l’opportunità di sostenere diversi progetti infrastrutturali già in cantiere. Consolidando, al contempo, le loro reti indiane.
Milioni di tonnellate di greggio
Avendo buoni rapporti con Shrikant Vaidya, presidente della National Indian Oil Corporation Limited (Iocl) e nuovo capo della World Liquefied Petroleum Gas Association, Sechin è stato in grado di spianare la strada alle opportunità che Rosneft ha a lungo ambito.
Sechin, che è molto vicino al presidente russo è stato fornirà alla Iocl due milioni di tonnellate di oro nero attraverso il porto di Novorossiysk sul Mar Nero prima della fine del 2022. Questo primo passo con la società guidata da Vaidya apre anche la strada a una più ampia cooperazione a lungo termine delineata con la Ongc Videsh Limited, una filiale di Oil & Natural Gas Corporation (Ongc). Videsh supervisiona le quattro società di idrocarburi statali dell’India – Iocl, Oil India Limited, Bharat PetroResources Limited e Hindustan Petroleum Corporation Limited – rendendola uno snodo fondamentale per entrare nel mercato indiano.
Russia – India: la mano del “quasi ministro” Sechin
Non è la prima volta che Sechin cerca di lavorare con il tentacolare gruppo indiano. Rosneft e Videsh sono entrambi coinvolti nel progetto russo dell’estremo oriente Sakhalin-1 dal 2001 e gli investitori indiani acquistano azioni di varie filiali Rosneft dal 2016. Uno di questi, Vankorneft – che sviluppa il campo di Vankor a Krasnoyarsk – è ora di proprietà indiana al 49,9%. Ongc detiene il 26% mentre la Vankor India con sede a Singapore, anch’essa una società statale indiana, ha acquistato una quota del 23,9% nel 2019.
Leggi anche: La nuova Guerra Fredda è cominciata. Ma stavolta lo scenario è tutto diverso
Taas India, un’altra società registrata a Singapore e controllata anche da Nuova Delhi, ha acquistato quasi il 29,9% del ramo di esplorazione petrolifera di Rosneft, Taas-Yuryakh Neftegazodobycha, nel 2016. In cambio, Rosneft, attraverso la sua filiale di Singapore, ha acquisito circa il 49% della Nayara Energy indiana. Nayara Energy gestisce la seconda raffineria più grande dell’India e un porto di acque profonde.
Il viaggio indiano di Sechin è servito anche come occasione per discutere la partecipazione dei suoi partner indiani al vasto progetto di sfruttamento degli idrocarburi artici, l’ambito progetto Vostok Oil.
Sechin è diventato il principale responsabile della cooperazione ventennale sugli idrocarburi tra Russia e India, potenziata dalla visita di Modi a Vladivostok nel 2019. Il suo grado di quasi ministro a Mosca gli ha permesso di mantenere stretti rapporti con i successivi ministri indiani del petrolio e del gas naturale, tra cui recentemente Dharmendra Pradhan e ora Hardeep Singh Puri.
Roberto Favazzo