Damasco, 13 feb – Le forze ribelli siriane, che combattono nella zona sud-occidentale del paese contro l’esercito regolare del presidente Assad, avrebbero chiesto un aiuto militare a Israele. La notizia viene riportata dal quotidiano Jerusalem Post, a seguito di un’intervista rilasciata da Mendi Safadi, ex responsabile del personale del deputato del Likud Ayoob Kara, già viceministro nell’ultimo governo Netanyahu.
Safadi sarebbe da tempo in contatto con i vertici delle milizie anti Assad e, secondo quanto riferito dallo Jerusalem Post, avrebbe incontrato nuovamente membri dell’opposizione siriana in Bulgaria e, in seguito, avrebbe effettuato una ricognizione nelle zone di conflitto. La richiesta avanzata al governo israeliano prevede un nuovo intervento aereo sulle alture del Golan, dove le milizie di Hezbollah e membri della Guardia rivoluzionaria iraniana hanno accerchiato i guerriglieri, già duramente colpiti dalla controffensiva dell’esercito regolare siriano.
La tesi sostenuta da Mendi Safadi è che l’asse Siria – Hezbollah – Iran identifichi, a suo dire erroneamente, tutti i gruppi militari schierati contro Assad come appartenenti a fazioni islamiche estremiste quali al-Qaida e al-Nusra. Per questo motivo Israele dovrebbe “fiaccare” il potenziale dell’asse siriano e sostenere la causa dei ribelli, seguendo l’esempio di quanto fatto con la resistenza curda a Kobani nel conflitto con l’Isis.
La scelta di Safadi quale referente con il governo israeliano non è certo casuale: egli, infatti, appartiene alla religione Drusa, così come il deputato del Likud Ayoob Kara. I drusi, a oggi, sono una delle poche etnie non ebraiche a poter servire nell’esercito israeliano, hanno forti contrasti con i sunniti, che costituiscono il maggior gruppo religioso siriano, e ritengono che le alture del Golan (luogo del conflitto) debbano essere sottratte alla giurisdizione siriana e cedute definitivamente a Israele, il quale le controlla dal 1967, a seguito della Guerra dei sei giorni, e rivendica un’annessione unilaterale non riconosciuta dall’Onu.
Francesco Pezzuto