Phalaborwa, 8 Ottobre 2015 – Mi sono lasciato il Gauteng alle spalle ed ho percorso circa 700 km per arrivare nella regione del Limpopo, verso il Kruger National Park. Fino a Polokwane (sino al 2003 la città si chiamava Pietersburg) si percorre una comoda e poco trafficata autostrada.
Il manto stradale si presenta in perfette condizioni. Non è raro, infatti, vedere nutrite squadre di operai che riassestano le carreggiate. Molti lavorano, altrettanti bivaccano con le loro divise catarifrangenti lungo la strada. Le donne, nella manutenzione stradale, sono impiegate come sbandieratrici. Anche loro sono numerose e si alternano nel segnalare i lavori in corso agli automobilisti. Per svolgere gli interventi di ordinaria manutenzione basterebbe un numero decisamente inferiori di addetti, ma il governo è disposto ad assumere personale in eccedenza per contenere il numero dei disoccupati, soprattutto nelle aree agricole del paese, come le regioni che sto attraversando.
Sudafrica: il contrasto fra criminalità e ordine
Anche fuori da Johannesburg il problema sicurezza è molto sentito. Le aree di sosta nell’autostrada sono una grande attrattiva per le bande criminali. Per garantire la sicurezza degli automobilisti non mancano vigilanti armati di tutto punto. Dove si lasciano le macchine per raggiungere i ristoranti o i servizi, le auto sono presidiate da guardiani che imbracciano bastoni e manganelli. Nulla è lasciato al caso. La pulizia delle aree comuni, nelle aree di sosta, ma più in generale in tutto il Sud Africa, è assolutamente maniacale. Mai una carta a terra, servizi impeccabili e ristoranti sempre lindi in perfette condizioni. In questo il Sud Africa si distingue nettamente da buona parte del continente.
Kruger National Park
Il cuore pulsante del turismo sudafricano è il Kruger, un’immensa riserva nazionale, dove la savana dell’Africa meridionale è conservata perfettamente intatta. Il parco, aperto al pubblico nel 1927, è intitolato al presidente boero Karl Kruger, uno dei padri fondatori del Sud Africa. Il Kruger a nord confina con lo Zimbawe ed in particolare con il Gonarezhou National Park, ad est si trova il Mozambico con il suo principale parco naturale. A sud ed ovest il Kruger è circondato da immense riserve private. L’areale di savana, quindi si presenta sconfinato. In esso sono ospitati tutti i principali mammiferi terrestri e i più temibili rettili presenti sulla terra.
La piaga dei bracconieri
“Siamo in 4.000 ranger a presidiare il Kruger” – mi spiega Davida, un agente della forestale sudafricana – “ Ci occupiamo un po’ di tutto. Seguiamo e monitoriamo gli animali, prestiamo attenzione alle piste e alle strade ed ovviamente combattiamo contro i bracconieri.”Il Kruger, grazie ad una politica protezionistica che il Sud Africa ha ereditato dal precedente regime politico, conserva numerosissimi elefanti e rinoceronti, gli animali preferiti dai cacciatori di frodo.“Abbiamo abbastanza elefanti, ma potremmo ospitarne molti di più. Siamo fortunati ad avere tanti rinoceronti, sia bianchi che neri, ma ogni anno sono troppi quelli che vengono uccisi dai cacciatori di frodo. Abbiamo bisogno di più uomini e di armi migliori. I bracconieri hanno equipaggiamenti superiori ai nostri.”
Nel 2013, per pochi giorni, i 4mila ranger del Kruger incrociarono le braccia per protesta contro il governo. Chiedevano stipendi migliori e maggiori risorse per combattere i cacciatori di frodo. In due giorni furono uccisi 250 rinoceronti.“L’80 % dei bracconieri sono del Mozambico. Entrano nella savana di notte e uccidono i rinoceronti. Gli strappano il corno per venderlo ai cinesi. Ogni tanto – mi dice con un mezzo sorriso Davida – troviamo sulle sponde dei fiumi dei resti umani. Sono i bracconieri che attraversano i fiumi di notte e finiscono nelle fauci dei coccodrilli”. Nel setacciare la savana a caccia di bracconieri i ranger si fanno aiutare dai Rhodesian Ridgeback, i celebri cane da caccia al leone. “E’ il cane più adatto a cacciare nella savana. Forse è l’unico animale domestico che possa vivere dentro il Kruger”.
Federico Depetris