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Privacy: Whatsapp e Signal contro lo spionaggio di massa del Regno Unito

by Andrea Bonazza
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Roma, 10 mar – E’ la patria dei grandi autori distopici come Orwell, Huxley o Bradbury; della controversa Fabian Society e del “grande fratello” Echelon. Spesso ironizzato, troppo spesso preso sotto gamba e a volte depistato dall’utile complottismo delirante, da oltre un secolo il Regno Unito è laboratorio di cospirazioni e spionaggio sociale volto al controllo delle masse. A raccontarcelo è la sua storia; nazionale e coloniale, scritta dalle dure repressioni verso i suoi oppositori: siano essi inglesi o irlandesi, a cavallo delle due guerre mondiali o durante la Guerra fredda. La corona britannica è da sempre agguerrita custode dei suoi segreti ma famelica impicciona di quelli dei suoi sudditi. Oggi però, nell’era dello scontro tra le sovranità nazionali e la libertà di conquista delle multinazionali private, anche Londra si trova a fare i conti con le regole della globalizzazione. Sulla nuova scacchiera virtuale di cui vi parliamo oggi, stanno muovendo le proprie pedine i giudici inglesi e la famosissima piattaforma social WhatsApp, quest’ultima apparentemente schierata nella difesa della privacy popolare.

UK vs Whatsapp

Nelle scorse ore, WhatsApp ha affermato che, se richiesto dalla nuova legge inglese sulla sicurezza online, preferirebbe essere bloccato nel Regno Unito piuttosto che minare il proprio sistema crittografato di messaggistica. Il più alto portavoce della gettonatissima applicazione, Will Cathcart, ha dichiarato che si rifiuterà di obbedire se gli verrà chiesto di indebolire la privacy dei messaggi crittografati. In precedenza, l’app Signal affermò che sarebbe arrivata ad interrompere la fornitura di servizi nel Regno Unito se il disegno di legge richiedesse la scansione dei messaggi. Attualmente WhatsApp è la piattaforma di messaggistica più popolare nel Regno Unito, utilizzata da più di sette adulti su 10. In risposta, il governo della UnionJack ha affermato che è possibile avere sia la privacy che la sicurezza dei bambini, portando la discussione sul pericolo pedo-pornografico.

Spionaggio o mossa anti pedopornografica?

La crittografia end-to-end, adottata dall’applicazione usata da oltre due miliardi di persone in tutto il mondo, codifica i messaggi in modo che anche la società stessa che gestisce il servizio non possa visualizzarne i contenuti. Una parte dell’opinione pubblica ritiene sia giusto che Ofcom, l’autorità competente e regolatrice indipendente per le società di comunicazione nel Regno Unito, possa godere del potere di richiedere alle app private di messaggistica crittografata di adottare “tecnologia accreditata” per identificare e rimuovere materiale pedopornografico. Questa mossa britannica però, minerebbe la privacy dei messaggi di WhatsApp in tutto il Regno Unito e lo farebbe per tutti gli utenti della piattaforma. “I nostri utenti in tutto il mondo vogliono sicurezza – ha affermato Cathcart – il 98% dei nostri utenti si trova al di fuori del Regno Unito, non vogliono che riduciamo la sicurezza del prodotto”, sostenendo che l’app preferirebbe accettare di essere bloccata nel Regno Unito che rispondere a una simile richiesta. “Recentemente – aggiunge il boss di Whatsapp – siamo stati bloccati in Iran, per esempio. Non abbiamo mai visto una democrazia liberale farlo”.

Alleanza Whatsapp – Signal contro la norma UK

Attaccate nel proprio lavoro, le due multinazionali di messaggistica concorrenti hanno intanto pubblicamente annunciato su Twitter una sorta di alleanza per non cedere alle pretese di Buckingham Palace. In uno scambio di battute, sul social, il presidente di Signal, Meredith Whittaker, ha twittato che “non vedeva l’ora di lavorare con Cathcart e altri” per respingere la norma britannica. Il giorno dopo, il Cathcart di Whatsapp ha risposto che è molto importante lavorare insieme contro le pretese UK e che è onorato di poterlo fare. Alla domanda se si sarebbe spinto fino a Signal, Cathcart ha dichiarato: “Non abbasseremo la sicurezza di WhatsApp. Non l’abbiamo mai fatto e abbiamo accettato di essere bloccati in altre parti del mondo”. Il capo del social dal logo verde si è detto preoccupato che il Regno Unito possa dare un brutto esempio che altre nazioni potrebbero seguire. “Quando una democrazia liberale dice: ‘Va bene scansionare le comunicazioni private di tutti alla ricerca di contenuti illegali’ incoraggia i paesi di tutto il mondo, che hanno anche definizioni molto diverse di contenuto illegale, a proporre la stessa cosa”, ha affermato Cathcart.

Utili scuse per spiare le masse

Il governo inglese, unitamente a diversi enti di beneficenza per la protezione dei minori, sostiene da tempo che la crittografia ostacola gli sforzi per combattere il crescente problema degli abusi online sui minori. “È importante che le aziende tecnologiche facciano ogni sforzo per garantire che le loro piattaforme non diventino un terreno fertile per i pedofili“, ha affermato il Ministero dell’Interno dopo l’annuncio di Signal. Richard Collard, dell’ente di beneficenza Online Safety Bill, ha affermato che “renderà un requisito legale per le piattaforme, identificare e interrompere gli abusi sessuali su minori che si verificano sui loro siti e servizi, e le aziende potrebbero prepararsi sviluppando soluzioni tecnologiche che proteggano la sicurezza e la privacy di tutti utenti, non ultimo quello dei minori vittime di abusi. Gli esperti hanno dimostrato che è possibile affrontare il materiale pedopornografico e l’adescamento in ambienti crittografati end-to-end”.

L’ennesima gabbia preconfezionata dal Pensiero Unico

Sul tema della pedofili online ci auguriamo di essere tutti d’accordo, certo! Ma con oltre 40 milioni di utenti di servizi di chat crittografati nel solo territorio britannico, non ci vuole un genio per comprendere che la proposta del governo trasformerebbe la norma in uno strumento di sorveglianza di massa, estinguendo la privacy e le libertà individuali e di espressione di tutti gli utenti. Queste ultime già da anni messe a dura prova anche dai servizi social di Mark Zuckerberg, come Facebook e Instagram, dove gli utenti vengono puntualmente segnalati, bannati o denunciati solo in base ad atteggiamenti, immagini o parole “politicamente scorrette”. Insomma; ciò che solo una decina di anni fa ci sembrava uno dei campi più liberi e democratici, valvola di sfogo o di rivendicazione delle idee svincolate dall’omologazione imperante, come nel migliore romanzo distopico oggi rischia di trasformarsi ancora di più nell’ennesima gabbia preconfezionata del Pensiero Unico.

Andrea Bonazza

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3 comments

brutta ciao 14 Marzo 2023 - 7:31

Non è il caso di farci prendere pure in giro, se non peggio.

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Germano 17 Marzo 2023 - 8:39

HA HA HA….che ridere ! Whatsapp contro lo “spionaggio” ??? Ma se lo spionaggio lo fa Zuckerberg a tutti i cretini che usano le sue merde.

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fabio crociato 23 Marzo 2023 - 6:31

Quando hanno cominciato a “tempestare” sulla privacy, la privacy è andata via via scomparendo, così pure su corruzione e riciclaggio (oggi giunti a livelli di incredibili, svariate, “norme e consuetudini”), senza parlare della salute psico-fisica pubblica che non può più neppure andare a farsi benedire.
Evoluzioni e progressi nel sistema-società fondata sulla bugia!
Ma siamo andati sulla luna…

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