Roma, 13 giu – Sono passati ormai giorni dall’inizio del confronto militare tra Israele e palestinesi. Un conflitto nato per via dell’ennesima tensione etnica, a seguito del solito atteggiamento israeliano che la vede sfrattare e occupare illegalmente interi quartieri, come nel caso del circondario di Shaykh Jarrah, a Gerusalemme Est, e infierire in maniera pesante contro i fedeli che pregano, come nel caso delle irruzioni della polizia nella importantissima moschea di al-Aqsa. Di fatto, Israele ha da decenni militarizzato i territori palestinesi e ne limita fortemente le capacità di spostarsi, lavorare e realizzarsi. Come a Gaza, dove a causa del blocco israelo-egiziano l’85% della popolazione – di due milioni di abitanti – vive in povertà assoluta. In Cisgiordania, inoltre, continuano da mesi le rivolte e da decenni gli sforzi di Tel Aviv di colonizzare la regione. Lo fa attraverso l’omogeneizzazione etnica e il controllo delle risorse.
Scontri nelle città israeliane
Se gli scontri a Gerusalemme Est non sono mai terminati, ora le violenze si sono allargate a molte altre città, anche israeliane, come Haifa, Holon, Tel Aviv e Betlemme. Molte macchine sono state date alle fiamme, molti negozi sono stati vandalizzati e si sono verificate sassaiole alle quali la polizia ha risposto anche con granate stordenti. Palestinesi e israeliani si accusano a vicenda di portare avanti degli autentici pogrom. Il caso più eclatante rimane quello di al-Lud (Lod in ebraico), dove sono avvenuti gli scontri più pesanti. Un ragazzo arabo, dopo aver tamponato in preda al terrore una macchina, è stato linciato e ridotto in fin di vita. Alcuni israeliani hanno anche tentato di fare irruzione nella casa di una famiglia palestinese. Di fatto al-Lud in questo momento è una città militarizzata, dopo che nella notte era esplosa una guerriglia senza quartiere.
Continua la distruzione a Gaza
Intanto, a Gaza la situazione è tragica. Oltre 1500 missili sono stati lanciati dalla Striscia, con la conseguente morte di 7 persone. Israele, dal canto suo, ha invece lanciato 600 bombardamenti aerei sul centro abitato provocando 83 morti, tra cui 17 bambini. È stato distrutto nella notte il ministero delle Finanze e molte abitazioni sono state danneggiate. Migliaia sono gli sfollati, i quali vanno ad ingrossare le fila di oltre un milione di profughi presenti nella striscia.
La situazione potrebbe degenerare ulteriormente. A Tel Aviv si parla di un’operazione militare via terra nella Striscia. Israele ha già posizionato unità da combattimento lungo tutto il confine. Mezzi altamente corazzati partecipano ai bombardamenti, mentre l’IDF sta ora montando pezzi di artiglieria da campo. Inutile dire che qualora le truppe israeliane entrassero a Gaza, ciò non potrebbe che passare alla storia come una carneficina.
Giacomo Morini
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[…] Prima la fame, poi le bombe: la programmata distruzione di Gaza […]
[…] indiscriminatamente la Striscia di Gaza. L’atto rientra nell’ambito di quegli scontri iniziati nei giorni precedenti e che hanno visto a Gaza un intenso confronto militare tra le milizie di resistenza palestinesi – […]