Washington, 31 ott – Galeotte furono le e-mail. No, non quelle su cui Trump ha puntato buona parte della campagna elettorale. Le altre: quelle – sempre della Clinton – che l’Fbi ha deciso, a dieci giorni dal voto negli Stati Uniti, di mettere sotto osservazione. Una vera bomba gettata dai federali nell’agone della campagna, e che sta permettendo all’imprenditore newyorchese di recuperare continuamente terreno. Lo scandalo riguarda una serie di comunicazioni intercorse fra la consigliera della candidata, Huma Abedin, sospettata di aver messo al corrente il marito di documenti riservati ottenuti dalla Clinton stessa.
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Peccando di arroganza la Clinton ha forse cantato vittoria troppo presto, perdendo di mordente una volta dati per acquisiti numerosi stati. Pensando di avere il successo in mano non ha previsto il colpo di coda di Trump, che sta macinando sempre nuovi consensi su nuovi consensi, andando anche a pescare nell’elettorato tradizionalmente democratico. E’ il caso di molti latinos, specie fra i cubani esuli che non vedono di buon occhio le strizzate d’occhio di Hillary nei confronti del governo dell’isola. Fatto che sta che nel giro di poche settimane anche i media tradizionalmente più vicini ai democratici stanno rivedendo i numeri: in un importante sondaggio l’ex first lady ha perso quasi 10 punti del (fu) cospicuo vantaggio, ora ridotto a un risicato punto percentuale, mentre in stati-chiave come la Florida Trump è già riuscito nel sorpasso. Pesano, in tal senso, gli indecisi che all’avvicinarsi della tornata elettorale scelgono uno dei due schieramenti e rimangono in genere fedeli al partito qualunque sia il candidato, anche se molti “storici” repubblicani non fanno mistero di non digerire il biondo Donald.
Lo scandalo dell’email-gate rischia, però, di avere strascichi anche successivi alla chiusura delle urne. Trump aveva minacciato ricorsi, che diventano sempre più probabili in caso di vittoria della Clinton perchè sono quasi 20 milioni gli americani che hanno già votato per corrispondenza. La loro preferenza – è il ragionamento di Trump – è però stata espressa all’oscuro delle ultime vicende, per cui politicamente il voto ne uscirebbe invalidato. Dall’altra parte, invece, la Clinton può battere ogni record e, oltre ad essere la prima donna presidente, potrebbe anche essere il primo presidente nella storia degli Stati Uniti che viene eletto mentre è sotto indagine (e non una qualsiasi) dell’Fbi.
Nicola Mattei