Roma, 10 feb – Sta montando un caso attorno al rabbioso post messo sui social network da Peter Springare, un poliziotto svedese che ha deciso di denunciare il reale impatto dell’immigrazione sull’ordine pubblico nel Paese scandinavo e che ora, per questo, rischia pesanti conseguenze. Dichiarandosi «fottutamente stanco», l’agente si è lasciato andare a un pesante sfogo, pur riconoscendo in anticipo che la cosa avrebbe potuto compromettere la sua carriera. Ecco uno stralcio del suo status: «Ci siamo, questi sono i casi che ho affrontato dal lunedì al venerdì di questa settimana: stupro, stupro, rapina, aggressione aggravata, stupro-aggressione, stupro, estorsione, ricatto, aggressione, violenza contro la polizia, minacce alla polizia, reato di droga, droga, criminalità, tentato omicidio, ancora stupro, ancora estorsioni e maltrattamenti. Presunti responsabili: Ali Mohammed, Mahmod, Mohammed, Mohammed Ali, ancora, ancora, ancora, Christopher… Che cosa? Ma è vero? Sì, un nome svedese spuntato fuori in un caso di droga. E ancora Mohammed, Mahmod Ali, ancora e ancora. Paesi da cui vengono i responsabili di tutti i crimini di questa settimana: Iraq, Iraq, Turchia, Siria, Afghanistan, Somalia, Somalia, ancora Siria, Somalia, paese sconosciuto, paese sconosciuto, Svezia. Della metà dei sospetti non possiamo essere sicuri perché non hanno alcun documento valido. Il che, di solito, significa che stanno mentendo sulla loro nazionalità e identità».
Colleghi e semplici utenti di Facebook si sono dichiarati solidali con il poliziotto, che conta già diverse pagine di sostegno. Eppure Springare è già finito sotto inchiesta per «incitamento all’odio razziale». Se venisse condannato, perderebbe il suo lavoro. L’ufficio stampa della polizia di Örebro, Anders Sjöberg, ha detto l’uomo continuerà a lavorare fino alla conclusione delle indagini. Anche se se ne parla meno, rispetto ad altre situazioni incandescenti (la Francia delle banlieue, la Germania turchizzata), la Svezia sta subendo un vero e proprio sconvolgimento etnosociale a causa dell’immigrazione incontrollata. Alcuni esperti hanno addirittura calcolato che l’arrivo di soli giovani maschi extraeuropei potrebbe aver alterato in modo permanente gli equilibri di genere, con un numero sempre più alto di uomini rispetto alle donne, con tutto quel che ne consegue. In città come Malmo, le auto incendiate ogni notte si contano a decine, proprio come accade nelle periferie della cintura nord di Parigi. In tutto il Paese ci sarebbero 55 «no-go zone», territori su cui la polizia non ha alcun controllo. Zone in cui, se si presenta un’auto di pattuglia, la prospettiva è quella di vederla finire in fiamme in pochi minuti. Le stesse ambulanze devono entrare scortate in questi quartieri.
Il malumore tra gli agenti cresce. Di recente ha lasciato la polizia anche Mikaela Kellner, la poliziotta e body-builder svedese immortalata qualche mese fa mentre, in bikini, era intenta ad arrestare un ladro. La donna, pur fuori servizio e in un momento di relax era intervenuta per sventare il furto e lo scatto, piuttosto sexy, aveva fatto il giro del mondo.
Adriano Scianca
1 commento
Camerati Svedesi! Entrate con l’esercito e i lanciafiamme. “Quelli che scappano sono colpevoli! Quelli che restano fermi… sono colpevoli ben addestrati!”
Poi si domandano perché in tutta Europa il numero di aderenti ai partiti di estrema destra è in continuo aumento.
Quando capiremo che la polizia non è più in grado di proteggerci, continueremo ad essere vittime o diventeremo carnefici?