Roma, 11 nov – Gli americani democratici – nel senso del partito, perché a giudicare dalle reazioni all’elezione di Trump la democrazia come concetto non è che l’abbiano troppo familiare – non fanno altro che porsi una domanda: ma come ha fatto Hillary Clinton a perdere? Eppure il partito aveva scommesso tutto su di lei, arrivando anche a truccare la competizione con Sanders. Si è chiesto Luigi Zingales sul Sole 24 ore: «Perché lo ha fatto? Perché era sentimento comune che la presidenza fosse dovuta a Hillary Clinton, come se gli Stati Uniti fossero una monarchia. Le era dovuta per aver resistito a fianco del marito Bill, nonostante i continui tradimenti. Le era dovuta da Obama, che dopo averla battuta sul filo di lana nel 2008, aveva abbracciato il clan Clinton, al punto da scoraggiare il suo vicepresidente Biden, un candidato con migliori chance di vincere, dal partecipare alle primarie. Le era dovuta perché era giusto che una donna diventasse presidente, nonostante Hillary Clinton fosse arrivata alla fama principalmente come “moglie di”».
E cosa pensano ora i progressisti statunitensi per riconquistare il terreno perduto? Ebbene, non ci crederete, ma vogliono candidare Michelle Obama per le elezioni del 2020. Lo spiega il Time che dà conto della grande voglia degli elettori americani di vedere la first lady uscente in corsa per le prossime presidenziali. Subito dopo i risultati, #Michelle2020 è diventato un hashtag diffusissimo su Twitter. A quanto pare, la sinistra di ogni latitudine fatica a emanciparsi dalla logica mediatica che glorifica i personaggi cool del politicamente corretto, a prescindere da qualsiasi plausibilità politica. In fin dei conti se è fallito il sogno di avere il primo presidente donna dopo il primo presidente nero, perché non rilanciare con un presidente nero e donna? Peccato che, per quei milioni di americani che vivono fuori dalla bolla dei social e dai miti della tv, una eventuale candidatura di Michelle Obama sembrerebbe esattamente ciò che è: una scelta dinastica, castale, autoreferenziale.
Gli Usa nascono senza aristocrazia e in lotta contro l’aristocrazia, ma hanno sviluppato quelle che Geminello Alvi chiama “aristocrazie venali”: i Bush, i Clinton, i Kennedy. Ci manca solo che ora si impongano gli Obama, al potere per diritto di pigmentazione e per consacrazione da social. Se continuano così, non vinceranno mai più.
Adriano Scianca
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” più orti per tutti”…