Roma, 20 ott – Durante un’intervista al giornalista tedesco Mathias Döpfner, l’ex segretario di Stato degli Usa Henry Kissinger ha detto la sua sul problema immigrazione e lanciato un allarme su suoi esiti destabilizzanti: “È un grave errore far entrare così tante persone di cultura, religione e valori totalmente diversi, perché si crea un gruppo di pressione all’interno di ogni Paese che lo fa”.
Kissinger lancia l’allarme sull’immigrazione
Poco importa se la sua “epifania” – come la definisce Sumantra Maitra su The American Conservative – sugli effetti negativi dell’immigrazione di massa arrivi come pendant del conflitto israelo-palestinese e in particolare come condanna di quei settori dell’opinione pubblica che si sono dimostrati solidali con il mondo arabo. Punto di partenza, infatti, sono le celebrazioni avvenute per le strade di Berlino degli attacchi da parte di Hamas dello scorso 7 ottobre. Celebrazioni di cui Kissinger si è detto “addolorato” e che dimostrerebbero una spaccatura interna alla Germina causata dall’immigrazione incontrollata e dalla mancanza di coesione che questa comporta. D’altronde, il decano della diplomazia statunitense è egli stesso di origini ebraiche e nel 1938 è riparato con la sua famiglia negli Usa abbandonando la Baviera dov’era nato. Il dato centrale sono le sue parole sull’immigrazione di massa e il riconoscimento che questa abbia rappresentato un “grave errore”, che comporta una disunione nel fronte interno. Insomma, portarsi il nemico in casa non è una buona idea.
Il pericolo escalation
Kissinger, il quale ha festeggiato quest’anno il secolo di età, ha parlato anche dei possibili rischi di una escalation: “Il conflitto in Medio Oriente rischia di aggravarsi e di coinvolgere altri Paesi arabi sotto la pressione della loro opinione pubblica”. Tanto che il vero obiettivo di Hamas sarebbe proprio quello “di mobilitare il mondo arabo contro Israele e di uscire dalla strada dei negoziati pacifici”. I rischi per un eventuale allargamento del conflitto non si fermano qui, il diplomatico ha anche definito come “possibile” un’azione da parte degli israeliani contro l’Iran nel caso considerino Teheran direttamente responsabile degli attacchi di Hamas.
Michele Iozzino