Roma, 23 giu – Si può ragionare molto sull’ipotesi Brexit per cui oggi vanno al voto i britannici. Si possono valutare tutte le possibili implicazioni sistemiche, politiche, finanziarie, geopolitiche. Si può meditare sul fatto che l’anti-europeismo inglese non contesta questa Ue in nome di un fattore di civiltà superiore, come fa invece questo giornale on line, ma da sempre esprime la propria distanza dall’Europa in quanto tale. Tutto giusto. Ma è davvero difficile non simpatizzare per Brexit quando, da noi, tutte le peggiori canaglie la avversano ferocemente: i giornalisti, i politici, i banchieri, i “mercati”. Hanno scomodato addirittura gli “italiani a Londra”, orde di giovani fuggiti in cerca di un futuro e finiti a fare i camerieri a Notting Hill e che, in nome dei diritti della “Generazione Erasmus”, si sentono in dovere di contestare le scelte del popolo britannico.
L’atteggiamento arrogante, minaccioso, apertamente vendicativo dell’Ue fa spavento. Le parole agghiaccianti di Mario Monti sulla necessità di limitare la sovranità popolare danno i brividi. Insomma, il clima è questo, con l’aggiunta della retorica strappalacrime successiva all’assassinio della deputata laburista da parte di uno squilibrato con velleità paramilitari. Ora, la politica è fatta di calcolo e di strategia “dietro le quinte”, certo, ma ciò che avviene sulla scena non è pura finzione, ha comunque una sua capacità di forgiare la realtà. Il fatto che tutta la feccia oligarchica del continente si sia mobilitata contro Brexit è un dato di cui bisogna tener conto e che non può non condizionare la nostra opinione su questo voto. Tifiamo Brexit, quindi.
Ma sempre tenendo presente che di tifo si tratta, ovvero dell’opinione istintiva su una partita giocata da altri. Se fosse possibile giocarla, la partita, bisognerebbe invece rendersi conto che, in ciascuno dei due scenari possibili dopo il referendum, si aprono margini per un’azione sovranista e politicamente sensata. Oppure, viceversa, sia la Brexit sia il suo fallimento possono portare a conseguenze nefaste per la causa dei popoli. Ma questi sono sassi lanciati in uno stagno prosciugato. Accontentiamoci del tifo, allora.
Adriano Scianca
3 comments
Mah,ho i miei dubbi circa la Brexit.Mi sembra più che altro l’UK voglia saltare via da un auto senza freni in discesa contro un muro dopo essersi fatta dare un passaggio fin qui.
L’UE è alla fine e gli inglese lo hanno capito e vanno via mentre noi altri ci andiamo a schiantare verso quella che sarà la nascita dell’ Unione Europea delle Repubbliche Socialiste.
In fin dei conti,l’Unione Europea è una creazione loro,degli Americani e Francesi,dubito che sia Italia che Germania avevano,e hanno, autonomia sufficiente per prendere decisioni senza dover piegarsi verso la Città di Londra e Washington.
Sarò pure un complottista ma tutto sommato, continuando a non credere ai conteggi democratici ( Austria docet ), sono del parere che l’esito del voto sia già deciso e comunque vada vincerà la City e i loro cugini atlantici.
Detto questo gli inglesi non sono mai stati e non saranno mai dalla parte dell’Europa.
Il risultato mi lascia del tutto indifferente.
Concordo pienamente.