Roma, 15 apr – Papa Francesco prega per la Siria e si appella “a tutti i responsabili politici perché prevalgano la giustizia e la pace”. Dopo il Regina Coeli recitato in piazza San Pietro, Bergoglio è tornato sulla vicenda siriana, invitando “tutte le persone di buona volontà a pregare incessantemente per la pace”. E ha dichiarato: “Sono profondamente turbato dall’attuale situazione mondiale, in cui, nonostante gli strumenti a disposizione della comunità internazionale, si fatica a concordare un’azione comune in favore della pace in Siria e in altre regioni del mondo”.
Parole che, sia pur in modo anodino, condannano l’azione militare di Stati Uniti, Francia e Regno Unito contro la Siria. Nella Chiesa, la consapevolezza che lo Stato di Bashar Al Assad sia un presidio di laicità e tolleranza religiosa è molto radicata. Nel contesto di un islam salafita dilagante e sempre più intollerante nei confronti delle altre confessioni, il contesto siriano è sempre stato un’eccezione e anche in questi anni di guerra non è stato insolito vedere soldati arabi e musulmani siriani posti a difesa delle chiese e dei monasteri. È per questo che, nella retorica anti-assadista volta a fare del leader siriano un macellaio e un satrapo assetato di sangue, le voci cattoliche tendono a mancare quasi del tutto.
Quello che colpisce, semmai, è che stavolta il Papa abbia parlato solo dopo che le bombe sono già cadute. Il 7 settembre 2013, in un’altra occasione in cui la pressione internazionale sulla Siria si stava facendo pensante, Francesco chiese ai leader occidentali: “È possibile percorrere un’altra strada? Possiamo uscire da questa spirale di dolore e morte? Possiamo imparare di nuovo a camminare e percorrere le vie della pace?”. E, all’epoca, l’attacco non ci fu. Non certo per esclusivo merito del Papa, ma comunque quelle parole contribuirono a evitare l’attacco. Stavolta, invece, il solitamente loquace Bergoglio, ha atteso che parlassero i missili prima di aprire bocca. Ma, su questa questione, forse è bene che il Papa ritrovi il coraggio di rompere gli schemi e scompaginare i rituali a cui ci ha abituato in altri ambiti e con esiti non sempre felici.
Adriano Scianca
Il Papa: “In Siria prevalga la pace”. Ma stavolta parla dopo le bombe
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4 comments
Ricordiamo che comunque sia nel 2013 fu decisivo per convincere Obama a non bombardare Assad, non è stata un’azione diplomatica da sottovalutare affatto.
Caro Direttore, sono un Cattolico prego ogni giorno prima, di chiudere gli occhi per il riposo notturno ed appena li riapro al nuovo giorno. Prego per la Nostra Patria per la mia famiglia è per tutti coloro che subiscono ingiustizie soprusi e guerra.
Da tempo non mi riconosco più nelle teorie di Brrgoglio nel suo ecumenismo spinto per cui ogni Religione è uguale ed intercambiabile. Detto ciò credo che Bergoglio sia uno dei peggiori Pastori Cattolici saliti al Soglio Petrino. Egli non solo è tiepido nei confronti dei Cattolici che subiscono persecuzioni, non solo mette in dubbio o relativizza le basi della Fede, ma le ridicolizza. Per ciò non mi meraviglia ma mi stucca la melliflua omelia di Bergoglio seguita all’esortazione del Patriarca Kyrill della Chiesa Ortodossa. Difendere i Cristiani è dovere del Papa ed egli dovrebbe essere in prima linea nel difendere la Repubblica Araba di Siria, perché Stato veramente laico dove ogni Religione ha pari dignità davanti agli organi che lo rappresentano. Altro che togliere croci o presepi o peggio quartieri dove vige la sharia.
Dino,
Sono d’accordissimo con te.Siamo oramai moltissimi a non sopportare un papa nero(cosi’ si chiama il capo dei gesuiti) che è un globalista amico di Soros il sionista.Ha detto ” chi sono io per giudicare i gay”!! Ma se non giudica il papa chi deve proteggere la famiglia cristiana?Una volta si è permesso di dire che “Gesu’ fa lo scemo” parlando di una parabola!!! Abbiamo toccato il fondo con questo anticristo apostata!!
[…] Author: Il Primato Nazionale […]