Buenos Aires, 11 ott – Il Presidente argentino Cristina Fernàndez de Kirchner è stato sottoposto a un delicato intervento alla testa in seguito a un ematoma risalente all’agosto scorso. L’operazione si è resa necessaria quando la Kirchner, 60 anni compiuti a febbraio, aveva cominciato ad accusare forti dolori alla testa e un formicolio al braccio sinistro. Il portavoce del Presidente ha assicurato che l’intervento si è svolto senza nessuna complicazione e che il Premier argentino, circondato dall’affetto dei propri cari, sta bene ed è di ottimo umore. In questo momento è ricoverata presso la clinica della Fondazione Favaloro di Buenos Aires e dovrà rimanere a riposo per almeno 20 giorni. Centinaia di persone si sono ritrovate davanti alla clinica per rinnovare ancora una volta la propria solidarietà e l’appoggio indiscusso alla Presidenta, nonostante un periodo politico complesso che sta mettendo in difficoltà l’attuale governo ma non l’incrollabile fede del popolo argentino nel Peronismo. Si dovranno infatti svolgere a breve le elezioni per il rinnovo di fiducia al governo da parte delle Camere e sembra che i candidati governativi siano in svantaggio, vista anche la temporanea assenza di un capo carismatico come il Presidente Kirchner a guidare la coalizione in un momento di svolta così delicato. Di fatto non esiste momento migliore di questo per cercare di strappare il governo al partito del Fronte per la Vittoria che comunque rimane forte dell’appoggio popolare e delle classi meno agiate, le stesse che hanno permesso l’accesso della Kirchner alla Casa Rosada nel 2007. Questo incidente interrompe, anche se solo momentaneamente, un percorso di spessore che ha portato l’Argentina fuori dalla crisi devastante di inizio millennio grazie alle politiche di nazionalizzazione dei settori strategici argentini come la compagnia aerea di bandiera e i fondi pensionistici.
Insomma, parliamo di una donna che ha sbeffeggiato il Fondo Monetario Internazionale e ha rifiutato categoricamente di consegnare un solo dollaro di un debito contratto da un sistema bancario marcio e che il popolo ancora oggi si rifiuta categoricamente di pagare.
Salvata l’Argentina dalla bancarotta anche dopo la crisi del 2009 sono iniziate le politiche sociali, l’assegno di previdenza familiare, la politica energetica volta alla sovranità nazionale, l’incremento del tasso di istruzione minima e la diminuzione di quello di povertà.
Parliamo quindi di una politica economica fortemente sociale, sfavorevole all’ingresso dei privati nel settore pubblico e promotrice di investimenti statali per la redistribuzione delle risorse sul piano nazionale e che cerca costantemente di ridisegnare il proprio ruolo nei rapporti internazionali salvaguardando l’economia del paese, se necessario contravvenendo anche ai diktat internazionali.
Non si nega certo che ci sia un rovescio della medaglia fatto di politiche inflazionistiche e penalizzazioni da parte del FMI, ma le scelte di coraggio hanno sempre dei pro e dei contro.
Animata da quello spirito profondamente argentino che era stato di suo marito Nestor e dei coniugi Peròn prima di lui, questa novella Evita rappresenta in pieno la volontà di emancipazione e socialismo che poi è quella di molti stati del Sud America. Buona guarigione Presidenta!
Michele de Nicolay