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Nomine Ue, Conte è sicuro: “L’Italia avrà poltrone di peso”

by Adolfo Spezzaferro
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Bruxelles, 3 lug – L’Italia ha ottenuto “la garanzia di un commissario di alto rilievo economico e di una vicepresidenza” della commissione. Parola del premier Giuseppe Conte, che ammette: “Questa garanzia io ieri non l’avevo”. Nomine di peso che rientrano nell’accordo raggiunto ieri tra i 28 Paesi Ue che porterà la tedesca Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea e la francese Christine Lagarde (Fmi) al vertice della Banca centrale europea. Con lei, l’Italia ottiene “un posto nel board” della Bce, assicura Conte. “Avremo il portafoglio più strategico nell’interesse dei cittadini italiani: la concorrenza”. Un commissario di importanza vitale per l’Italia, spesso penalizzata dal cosiddetto dumping fiscale, la concorrenza sleale di alcuni Paesi membri che applicano il ribasso di aliquote e pressione fiscale per attrarre contribuenti ed investitori. Nella designazione del commissario – assicura Conte – la Lega avrà “la magna pars, alla luce del risultato delle Europee”.

La partita dell’Italia sulle nomine dà i suoi frutti

Conte poi conferma che l’Italia, in ragione di come ha giocato la partita delle nomine Ue, avrà maggior peso nelle istituzioni europee. I nuovi vertici permetteranno all’Italia di “orientare la nuova politica economica e sociale dell’Unione europea”. Il presidente del Consiglio ribadisce: “Era quello che avevo richiesto: guardiamo ai profili e alle figure. Non avevo davanti un foglio bianco e il mio dream team ma la composizione di vertice dell’Ue è molto equilibrata”.
Conte rivendica il successo ottenuto nell’opporsi al pacchetto di nomi che la Merkel e Macron hanno tentato invano di imporre ai Paesi Ue. “Sono lieto del fatto che ieri per la prima volta un blocco così consistente franco-tedesco arricchito da Paesi nordici e dal sostegno delle famiglie politiche principali, è stata messo in discussione”, sottolinea il premier. “Ho avuto un colloquio con Timmermans al telefono: non ce l’avevo con lui, lo reputo persona di grande valore ma – ribadisce – ho ritenuto il pacchetto non negoziabile una cosa inaccettabile”. A chi gli obietta che alla fine sono passati nomi che comunque nascono dall’asse franco-tedesco, Conte risponde: “Non ne ho mai fatto un problema di nazionalità perché sennò sarei stato perdente, anche perché l’Italia prima aveva presidente del Parlamento, della Bce e Alto rappresentante”.

Sassoli (Pd) favorito come successore di Tajani

L’Italia è in lizza per la guida dell’Europarlamento. Con una serie di votazioni che iniziate stamattina alle 9, i deputati europei oggi eleggeranno le alte cariche del Parlamento per i prossimi due anni e mezzo. Prima dell’inizio della votazione per l’elezione del presidente, ogni candidato disporrà di un massimo di cinque minuti per una breve dichiarazione. L’elezione si svolgerà a scrutinio segreto (cartaceo) e, per essere eletto, un candidato deve ottenere la maggioranza assoluta dei voti validi espressi (50% più 1). Tra i candidati, è favorito, per i Socialisti e Democratici, David Sassoli (Partito Democratico), come successore di un altor italiano, Antonio Tajani (Forza Italia). Ex giornalista, vicedirettore e conduttore del Tg1, eurodeputato dal 2009, Sassoli è stato indicato dal gruppo Sd a larga maggioranza. Gli altri candidato sino Sira Rego per la Gue, Ska Keller per i Verdi e Jan Zahradil per i Conservatori e Riformisti. Una volta eletto il presidente, i deputati eleggeranno i 14 vicepresidenti. La votazione dei 5 questori dell’Europarlamento si terrà giovedì 4 luglio.

Salvini: “Non contano nomi, ma cambiare regole”

“A prescindere dai nomi, l’importante è che in Europa cambino le regole, a partire da immigrazione, taglio delle tasse e crescita economica. E su questa battaglia l’Italia sarà finalmente protagonista”. Ne è convinto il leader della Lega Matteo Salvini. Per il segretario del Pd Nicola Zingaretti invece il governo verdegiallo ha fatto un “errore clamoroso”. In una nota il governatore del Lazio, riferendosi a Salvini, sottolinea: “Ha detto no a Timmermans che voleva un’Europa del lavoro, della crescita e dello sviluppo sostenibile. Ora hanno scelto Von der Leyen, simbolo del rigore e della continuità”. “I sovranisti si dimostrano forti in Italia e deboli in Europa. Complimenti, un altro capolavoro di faziosità che produce danni per l’Italia”, conclude Zingaretti.

Adolfo Spezzaferro

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Jos 3 Luglio 2019 - 9:59

..un “peso” pd al piede dell’Italia

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