Roma, 13 dic – La scorsa estate la Banca Mondiale ha certificato che la Tanzania è diventata una nazione a medio reddito. Questo è dovuto anche al fatto che il Paese africano è diventato un tramite per tutti gli Stati confinanti senza accesso al mare. Tra i tanti progetti infrastrutturali basta citare l’oleodotto che collega i giacimenti dell’Uganda con l’Oceano Indiano, permettendole di poter esportare il suo petrolio anche se non ha sbocchi sulle coste.
Dal Burundi al mare carichi di nichel
Per quanto importante, non è l’unico progetto infrastrutturale dalle parti di Dodoma. Tanti altri ne sono in cantiere. Tra questi è degna di nota la linea ferroviaria che sarà costruita tra Tanzania e Burundi, permettendo a quest’ultimo di poter esportare nichel, minerale di cui ha importanti depositi ma che ha avuto problemi a commercializzare. La linea ferroviaria collegherà Uvinza, che si trova nella Tanzania occidentale, con Gitega (località del Burundi centrale). Passando attraverso la regione di Musongari, dove si trovano i più importanti depositi della piccola nazione.
Si stima che il Burundi abbia riserve di nichel per 231 tonnellate, che fino ad ora non sono state sfruttate proprio per la mancanza di sbocchi sul mare. La linea ferroviaria cambierà tutto, dato che l’accesso alle acque tramite la Tanzania incentiverà gli investimenti nel settore. Non solo: sempre lungo l’asse Burundi-Tanzania si sta lavorando per progettare e realizzare uno stabilimento per la raffinazione del metallo. Inoltre, le due nazioni sono impegnate anche ad armonizzare i propri sistemi impositivi al fine di prevenire il contrabbando della materia prima e massimizzare le entrate fiscali.
Questi investimenti in infrastrutture hanno anche stimolato lo sviluppo del settore minerario della Tanzania. E’ infatti previsto che nell’anno 2020/2021 contribuirà per 270 milioni di dollari al Pil nazionale, oltre a fornire un’importante fonte di valuta pregiata.
Giuseppe De Santis