Parigi, 13 gen – “Questa guerra durerà una generazione. Altri innocenti perderanno la vita. Mi si accuserà di generare ancora più ansia, ma la realtà è questa”. Con queste parole il premier francese Manuel Valls ha commentato l’omicidio dei due poliziotti francesi uccisi da un “lupo solitario” collegato all’Isis avvenuto a Parigi nella giornata di ieri. “Non permetterò che si parli del benché minimo errore, né di mancanza di discernimento – ha continuato Valls a difesa del sistema di sicurezza interna d’oltralpe – è sempre un fallimento quando due pubblici ufficiali vengono assassinati così”.
“Facciamo fronte a una minaccia globale abbiamo un nemico interno con questi individui auto-radicalizzati che possono agire con pochissimi mezzi”. Ancora una volta però si viene a scoprire, nelle primissime ore dopo l’attentato, che “l’imprevedibile nemico interno” – come dice Valls – era da tempo controllato ed “attenzionato” dai servizi di sicurezza francesi che ne ascoltavano le telefonate. Un Manuel Valls ben diverso da quel premier socialista che affermava, per scongiurare l’exploit della signora Le Pen alle regionali, che una vittoria del Front National e l’affermazione dell’estrema destra avrebbe portato a una “guerra civile” in Francia, nazione in cui, affermava, “ci sono due visioni”, “quella dell’estrema destra che predica la divisione e può condurre alla guerra civile” e sul versante opposto, la “visione della repubblica e dei valori“, che invece promuove l’unità del paese. La sua.
Ora però la guerra in Francia c’è e come, lo dicono i numeri e lo lasciano trapelare anche gli organi di sicurezza dello Stato e forse si dovrebbe cominciare ad ammetter che si è voluto costruire il “mostro fascista” sulla Le Pen additandola come una minaccia quando la minaccia vera era un’ altra, accolta, tutelata, e difesa da quella visione che oggi Valls sembra voler dimenticare. Gli immigrati.
Alberto Palladino
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Alla fine di questa guerra, però, anche i colpevoli perderanno la vita. E uno di essi sarà proprio Valls, ghigliottinato dal popolo incazzato, come nella miglior tradizione francese. Tutto bene quel che finisce bene, dunque.