Roma, 27 nov – Perdonateci, ma dovremo rinviare il suicidio. E giù lacrime. Åsa Romson, vice primo ministro svedese, proprio non ce l’ha fatta a trattenere il pianto nell’annunciare la terribile notizia che Stoccolma accoglierà meno migranti del previsto.
La Svezia, infatti, non ce la farà proprio ad accogliere gli oltre 190mila rifugiati che erano attesi quest’anno dopo che il governo aveva annunciato una politica di porte aperte come risposta alla crisi migranti. La decisione era stata comunicata martedì dal premier svedese Stefan Löfven, per far fronte all’afflusso record dei migranti nel paese, il che significa che molte persone avranno solo dei permessi di soggiorno temporanei. “Mi fa male sapere che la Svezia non sia più in grado di accettare un così grande numero di rifugiati come abbiamo fatto fino ad oggi – ha detto Löfven – ma semplicemente, non possiamo fare altro”.
Ma per la Fornero scandinava, l’idea che la Svezia non cancelli le proprie frontiere e non cessi di esistere come entità collettiva dotata di un qualche senso che oltrepassi la mera sfera del welfare è davvero un colpo al cuore: “Sarò onesta – ha annunciato la Romson nella conferenza stampa con i giornalisti – Abbiamo avuto diverse discussioni all’interno del partito e nelle ultime settimane mi sono convinta che questo sia il miglior modo per aiutare i politici del partito dei Verdi a fare qualcosa”.
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