Melbourne, 6 giu – Immigrato di origini somale, precedenti penali, libertà vigilata. È questo il ritratto del terrorista che ha seminato il panico a Melbourne, in Australia, dove un uomo, dopo aver ucciso il custode cinese di un palazzo, ha preso in ostaggio una escort in un appartamento, ha telefonato in diretta tv urlando “Questo è per l’Isis, questo è per AlQaeda”. Dopo due ore è sceso in strada sparando contro la polizia, e infine è stato ucciso. Durante la sparatoria tre agenti sono rimasti feriti.
Yacqub Khayre, questa l’identità dell’attentatore, era personaggio conosciuto alle forze dell’ordine. Aveva 29 anni, era arrivato in Australia insieme ai genitori quando aveva tre anni. Erano scappati dalla guerra. Nel 2012 venne arrestato per crimini violenti non legati al terrorismo. Tre anni prima si riteneva che insieme a un complice volesse compiere un attacco suicida a una base militare di Sydney. Andò a processo ma ne uscì assolto. Da tempo, però, l’intelligence lo teneva d’occhio anche se non lo riteneva un soggetto particolarmente pericoloso.
Puntuale è arrivata la rivendicazione dell’Isis, via agenzia Amaq ripresa dal Site di Rita Kats, che ha dichiarato: “L’autore dell’attacco a Melbourne in Australia è un soldato dello Stato Islamico e ha realizzato un attentato in risposta agli appelli a puntare come obiettivi cittadini della coalizione”.
Anche per il governo australiano non ci sono dubbi sulla matrice terroristica del gesto. Il primo ministro Malcolm Turnbull ha dichiarato: “È stato un attacco terroristico che ci obbliga a vigilare costantemente, senza scoraggiarci, ma sempre sprezzanti del pericolo, di fronte al terrorismo islamico”. L’allerta terrorismo, tuttavia, in Australia non è stata innalzata.
La polizia è un po’ più cauta e, pur riconoscendo che si è trattato di terrorismo, dice che sta analizzando il materiale sequestrato per capire se davvero l’uomo abbia ricevuto ordini dall’estero. Vuole capire se il terrorista sia un lupo solitario o se invece faccia parte di una rete organizzata. Anche perché durante la telefonata in diretta tv il messaggio urlato dall’uomo era piuttosto confuso, essendo Isis e alQaeda due organizzazioni rivali tra loro. E poi perché quanto detto dall’uomo è in contrasto con quanto dichiarato dall’Isis nella rivendicazione: la dicitura “soldato dello Stato Islamico” generalmente si usa per i cosiddetti lupi solitari.
Ieri la polizia è intervenuta nel residence del distretto di Brightondove Khayre aveva affittato un appartamento poco prima, dopo aver chiamato un servizio di escort, perché avvertita da alcuni vicini di casa che avevano udito un’esplosione. Da quanto è emerso finora, pare che l’uomo vivesse con la madre alla periferia di Melbourne. La polizia sta cercando l’abitazione della donna.