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“May una gioia” pronta a dimettersi pur di salvare l’accordo sulla Brexit

by Adolfo Spezzaferro
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Londra, 28 mar – “Sono pronta a lasciare l’incarico in anticipo pur di assicurare una Brexit ordinata”. Sono le parole con cui Theresa May si sarebbe rivolta ai deputati Tory riuniti nel comitato 1922, stando a fonti citate dalla Bbc. E’ l’extrema ratio della May, l’ultima carta da giocare per salvare l’accordo che ha raggiunto con Bruxelles per l’uscita del Regno Unito dalla Ue.

La Camera dei Comuni ha bocciato tutte e otto le proposte parlamentari di piano B sulla Brexit alternative all’accordo di divorzio raggiunto dalla premier May con l’Ue e poi respinto da Westminster in due successive occasioni. Ogni singola opzione ha ottenuto più no che sì. Le due più votate sono state quella a favore di un referendum bis, con 268 sì, ma 295 no; e quella del conservatore moderato Kenneth Clarke favorevole all’unione doganale, con 264 sì e 272 no, la più vicina alla maggioranza.

Il sacrificio di “May una gioia”

Sono pronta a lasciare questo lavoro prima del previsto per fare ciò che è giusto per il nostro Paese e per il nostro partito“, ha detto la leader Tory in una riunione con il comitato 1922, il gruppo parlamentare composto da tutti i membri conservatori della Camera bassa del Regno Unito. Il primo ministro ha continuato dicendo di essere consapevole che il suo partito non vuole che sia lei a guidare la fase successiva dei colloqui Brexit, giurando che “non si opporrà” a questo. La settimana scorsa, il Sunday Times aveva riferito che almeno undici ministri del governo britannico fossero in combutta per costringere la May a dimettersi.

Il governo britannico ha intanto formalmente rigettato la petizione in favore della revoca dell’articolo 50, e quindi della Brexit, che si è chiusa con il sostegno record di 5,8 milioni di firme e che sarà discussa (senza voto) lunedì in Parlamento. Un numero “considerevole”, ha riconosciuto il ministero per la Brexit, ma che non cancella la volontà maggioritaria pro-Leave espressa nel referendum del 2016 “da 17,4 milioni di elettori“, né la “fermezza politica del governo di onorarne” il risultato.

Ue: “Nuovo vertice ad aprile”

Da parte Ue il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, ha affermato che il vertice della scorsa settimana a Bruxelles “non è stato l’ultimo prima delle elezioni europee” ed “è molto probabile” che “ci incontreremo ad aprile per discutere di Brexit” e “sicuramente a Sibiu” in Romania “il 9 maggio per discutere la nostra strategia a lungo termine della Ue”.

Adolfo Spezzaferro

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Frank 28 Marzo 2019 - 1:51

Bastava il veto di un solo paese Europeo per bloccare l’estensione dell’articolo 50, e quindi fare in modo che venisse rispettato il Referendum del Regno Unito per la sua uscita dall’UE.

Sarebbe stata la fine dell’UE, senza bisogno di uscire dall’euro.

Farage ha chiesto a Salvini di porre il veto.

Ciò non è accaduto.

Perchè l’Italia non ha posto il veto?

E’ bene che Salvini chiarisca cosa è successo.

Non si parla di questo fatto da nessuna parte.

In attesa di un chiarimento, mi guardo bene dal votare Lega.

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