Roma, 22 ott – L’Unesco, organizzazione facente capo all’Onu, ha approvato una risoluzione che condanna Israele senza mezzi termini per la gestione della Spianata delle moschee di Gerusalemme e non solo. Il testo integrale non è ancora stato diffuso ma pare che soltanto all’ultimo minuto sarebbe stato omesso un punto chiave che definiva il Muro del Pianto come parte integrante della Moschea di al Aqsa. La clausola è stata cancellata, avrebbe detto il ministro dell’Interno israeliano Silvan Shalom, “grazie alle forti pressioni da parte degli Stati Uniti”, in caso contrario sarebbe passato un messaggio inaccettabile per Tel Aviv, come precisato da alcuni diplomatici israeliani.
“Condanniamo con forza – si legge nel documento dell’agenzia delle Nazioni Unite – le aggressioni israeliane e le misure illegali contro la libertà di culto e di accesso dei musulmani al loro luogo sacro, la Moschea di Al Aqsa”. Secondo quanto riportato dal New York Times, l’Unesco ha voluto poi ribadire che la Tomba dei Patriarchi a Hebron e la Tomba di Rachele a Betlemme “sono parte integrante della Palestina”.
La risoluzione è stata approvata con 26 voti favorevoli a fronte di 25 astenuti e 6 contrari: Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Paesi Bassi, Repubblica Ceca ed Estonia. Tel Aviv ha definito il testo Unesco, come spesso accade per le risoluzioni Onu che la riguardano direttamente: “vergognoso e inaccettabile”. D’altronde Israele continua a non accettare neppure la presenza della Palestina tra i membri a pieno titolo dell’Unesco, posto regolarmente riconosciuto nel 2011.
Eugenio Palazzini