Berlino, 26 mag – Qualche anno fa, in piena era trumpiana, si parlava spesso e volentieri di «guerra dei meme». Adesso che però c’è un conflitto vero, che peraltro ha investito direttamente l’Europa, si dovrebbe piuttosto parlare di «meme in guerra». La risata è liberatoria e contagiosa, molto più del Covid o del vaiolo delle scimmie. E quindi è un’arma potentissima. Lo sa bene anche Andrij Melnyk, ambasciatore ucraino in Germania. Il quale, per mettere un po’ di pressione su Berlino, ha pubblicato una foto molto particolare: una lumaca con in groppa un proiettile.
C’erano un ambasciatore, una lumaca e un proiettile
L’ambasciatore ha postato il simpatico meme su Twitter. La didascalia è scritta in lingua originale, ma Melnyk la traduce senza problemi: «Le armi tedesche per l’Ucraina stanno arrivando». Con una lumaca e un proiettile, il senso del meme è lampante: la Germania, al contrario di altre nazioni occidentali, è troppo lenta. Il diplomatico spiega poi anche l’origine della boutade: «Mi è appena stata mandata tramite WhatsApp da un membro del governo di Kiev», rimarcando subito come i suoi connazionali giudicano realmente l’impegno tedesco in questa guerra. Pessimo, a ben vedere. E infatti, il tweet della lumaca con il proiettile si conclude così: «Con queste armi la Russia non può vincere».
Kiev pressa Berlino
Ma chi è, più precisamente, Andrij Melnyk? Come detto, dal gennaio del 2015 è l’ambasciatore ucraino in Germania, e già dal 2007 al 2010 era stato console ad Amburgo. Laureato in giurisprudenza all’Università di Leopoli, parla fluentemente l’inglese e il tedesco. L’emittente di Stato Deutsche Welle parla di lui come una delle personalità che più pesano nell’influenzare la politica estera tedesca. In passato avevano suscitato scandalo le sue affermazioni su Stepan Bandera, fondatore dell’Esercito insurrezionale ucraino in lotta con l’Unione Sovietica e collaboratore del Terzo Reich: Melnyk lo ha più volte definito «un eroe» e già nel 2015, poco dopo la sua nomina a Berlino, si recò a Monaco per visitare la tomba del nazionalista ucraino, deponendovi un mazzo di fiori.
Valerio Benedetti