Roma, 17 mar – C’era una volta il presidente Luiz Inácio Lula da Silva, quello che giunse alla guida del Brasile partendo dal sindacato e accese le speranze della sinistra mondiale, italiana in primis, sempre alla ricerca di un modello progressista esotico. Oggi, invece, quel presunto statista para-trotzkista sta facendo la fine di un Berlusconi qualsiasi. Il Brasile sta infatti scendendo in piazza per protestare contro la nomina di Lula a ministro della Presidenza nel governo Rousseff, che sembra proprio fatta apposta per togliere l’ex presidente dai suoi guai giudiziari.
Non è un sospetto: è stata infatti divulgata una conversazione telefonica tr Lula e Dilma Rousseff, registrata legalmente appena poche ore prima della nomina ministeriale di Lula e che lascia intendere che la presidente abbia nominato il suo mentore proprio per impedirne l’arresto. La registrazione è stata autorizzata dal giudice Sergio Moro, che indaga sulla possibile implicazione di Lula nello scandalo di corruzione legato a Petrobras. Nella conversazione, avvenuta nella mattinata precedente l’annuncio della nomina, Rousseff comunica a Lula che si appresta a inviargli il decreto di nomina come capo di gabinetto perché possa usarlo “in caso di necessità”. Lula, minacciato di arresto per il presunto occultamento del patrimonio nel quadro dello scandalo Petrobras, ha ricevuto l’incarico di ministro responsabile della Casa Civil, la presidenza della Repubblica, proprio mercoledì: incarico delicato e di grande influenza sull’intero sistema politico-istituzionale.
Rousseff si è affrettata a spiegare che la nomina non ha voluto assicurare alcun favore speciale a Lula e che anzi rafforzerà il governo. Il partito Repubblicano ha annunciato che abbandonerà l’alleanza di governo, la camera bassa ha preannunciato che riprenderà già oggi l’esame di un eventuale impeachment contro la Rousseff, l’opposizione ha chiesto a gran voce le sue dimissioni. Intanto i brasiliani scendono in strada. Alcune migliaia di persone hanno bloccato l’avenida Paulista, il salotto buono di San Paolo, scandendo slogan contro Lula e Dilma. Analoghe manifestazioni sono in corso a Brasilia, davanti al palazzo presidenziale di Planalto, e a Rio de Janeiro. Nel mezzo delle proteste di piazza, il governo ha annunciato che la cerimonia di giuramento di Lula, prevista originariamente per martedì prossimo, è stata anticipata alle 10 di oggi, le 14 in Italia.
Roberto Derta