Roma, 3 dic – La Gran Bretagna va alla guerra. Dopo un interminabile dibattito durato più di dieci ore, la camera dei Comuni ha approvato con 397 sì contro 223 no, il piano del Governo voluto dal premier David Cameron per bombardare l’Isis in Siria. La totalità dei conservatori si è schierata per il sì, mentre tra i laburisti solo una sessantini hanno dato l’ok all’intervento. Di fatto si è registrata una spaccatura nel partito guidato da Jeremy Corbyn, che nonostante la sua evidente ostilità al piano di Cameron si è trovato costretto a lasciare libertà di coscienza ai suoi deputati. E così, dopo che nell’agosto del 2013 fu proprio il parlamento britannico a stoppare l’intervento in Siria contro Assad, questa volta Londra manderà i Tornado della Raf, al momento solo una decina dislocati nella base di Cipro, a bombardare il Califfato.
Al di là della larga maggioranza parlamentare le divisioni all’interno del paese restano, visto che secondo i sondaggi solo il 50% dell’opinione pubblica approva i bombardamenti. Cameron motiva la necessità dei bombardamenti affermando di voler “distruggere questo culto della morte prima che esso ci attacchi”. Il leader conservatore ricorda che negli ultimi mesi i servizi segreti avrebbero sventato ben sette trame dell’Isis per eventuali attacchi nel Regno Unito, gli ostaggi britannici sgozzati da “Jihadi John” e la richiesta di aiuto di Hollande. La strategia di Londra non prevede l’esercito siriano, l’unico che combatte il terrorismo sul terreno, come un possibile partner (nessuno aveva dubbi in tal senso, ndr).
L’ex ministro laburista Alan Johnson rappresenta la parte del suo partito favorevole all’intervento in Siria, motiva la necessità di un intervento citando la recente risoluzione Onu che concede “tutti i mezzi necessari per sradicare l’Isis a tutti i paesi che hanno la capacità per farlo”. Ma oltre a rafforzare le motivazioni politiche di Cameron, i laburisti portano in “dote” anche una giustificazione ideologica della guerra allo Stato Islamico. “Il nostro partito ha sempre combattuto contro il fascismo“, spiega il ministro degli Esteri ombra dell’opposizione laburista Hilary Benn, “abbiamo combattuto contro Hitler e Mussolini, ebbene l’Isis è un nuovo fascismo e dobbiamo combattere contro questo male, dobbiamo fare la nostra parte. Quello che sappiamo dei fascisti è che devono essere sconfitti”.
Con queste esternazioni “antifasciste” la Benn ha strappato un lungo applauso dell’aula. Oltre alla consueta ignoranza degli anglosassoni nei confronti del Fascismo, divenuto per loro sinonimo di tutto quello che non gli va a genio, il dato singolare è che l’Isis stesso in un video di pochi giorni fa aveva attaccato il nazionalismo e il fascismo, rivendicando quella multietnicità tanto cara agli stessi laburisti. Certo che tra la coalizione “alleata” di Usa, Francia, Gran Bretagna e Russia (con tutti i dovuti distinguo) e l’Isis, non possiamo che sostenere la Siria laica, sovrana e nazionalista di Bashar al Assad.
Davide Di Stefano
4 comments
Tutto si può dire ma paragonare terroristi che decapitano impongono la sharia tagliano le teste distruggono monumenti storici e perseguono i cristiani e musulmani d oriente al Fascismo è davvero da ignoranti
Chiedo agli Inglesi quanti Italiani civili hanno ucciso loro in Italia e quanti Inglesi civili hanno ucciso gli Italiani “fascisti” in Inghilterra durante la seconda guerra mondiale
Alla storia si risponde con la storia
Aspetto la risposta precisa da qualche storiografo serio ed obbiettivo
Per quanto combattere i terroristi in Siria o in altre parti del medio oriente mi sembra siamo tutti d accordo
girava la voce che l’isis, dietro l’etichetta islamica, nascondesse il trozkysmo. Si dovrebbe approfondire questo aspetto per non far passare l’equazione isis=nazifascismo, cara ai nostalgici di Yalta.