Tripoli, 4 mag – “I terroristi si nascondono sui barconi”. Sono parole che confermano quanto già si sapeva quelle pronunciate dal primo ministro libico Fayez al Sarraj ai microfoni del Tg1. Ma la notizia è che ora a darne risalto è il principale telegiornale nazionale, che dà voce alle parole di colui che la comunità internazionale riconosce come unico interlocutore valido della Libia del sopo Gheddafi.
Più precisamente il premier libico afferma: “E’ molto probabile che possano esserci terroristi a bordo dei barconi dei migranti ma i terroristi restano anche in Libia, si mescolano tra gli immigrati” e “destabilizzano il Paese”.
Insomma anche al Sarraj riconosce che l’immigrazione è un problema serio, soprattutto dopo che in Siria lo Stato Islamico è stato praticamente sconfitto, e rincara la dose: “Il numero dei migranti che vanno verso l’Italia e verso l’Europa è diminuito, ma quelli che restano qui sono aumentati”, spiega il premier. “La situazione nei centri per migranti è catastrofica” aggiunge “Noi abbiamo investito tante risorse per aiutare questa gente ma il peso non può ricadere solo sulle nostre spalle e su quelle dell’Italia. Devono intervenire anche gli altri Paesi europei. Bisogna aiutare questa gente nelle loro nazioni, sostenere il loro sviluppo”.
Quindi anche la Libia comincia ad affermare il principio dell’aiutiamoli a casa loro, tanto vituperato dal filone immigrazionista dei buonisti nostrani. Le parole di al Sarraj sono arrivate dopo che il premier ha incontrato nella capitale libica l’ex ministro dell’Interno italiano Marco Minniti, che si è recato a Tripoli per una visita lampo non annunciata. In particolare i due hanno discusso di cooperazione nel campo della sicurezza, alla luce della ripresa degli sbarchi sulle coste italiane.
I dati affermano che gli sbarchi sono in netto calo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, tuttavia rappresentano una seria minaccia per la sicurezza nazionale, poiché in Libia il rischio di un nuovo confronto armato tra gruppi rivali è reale. L’attentato di mercoledì che ha avuto come obiettivo la commissione elettorale a Tripoli e ha provocato 14 morti e oltre venti feriti, lo dimostra. Così come dimostra che c’è una volontà di destabilizzare ulteriormente il Paese.
Anna Pedri
Lo dice anche la Libia (e il Tg1): i terroristi arrivano sui barconi. Ma non erano fake news?
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Ormai dovrebbe essere chiaro anche al lettore medio de il Post che le fake news non sono altro che le notizie non gradite al potere imperante.
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