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L’Isis ha rivendicato la strage di New York: “È stato un nostro soldato”

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New York, 3 nov – A colpire New York la notte di Halloween è stato un soldato dell’Isis. La rivendicazione del più grave attentato nella Grande Mela dopo le Torri Gemelle, che ha provocato 8 morti e 15 feriti, è arrivata a due giorni di distanza ed è stata pubblicata sul giornale Al Naba, vicino al gruppo jihadista. “Uno dei soldati dello Stato Islamico in America” si legge “ha attaccato martedì dei crociati in una strada di New York, vicino al monumento dedicato a quanti persero la vita nell’incursione dell’11 settembre”. La rivendicazione prosegue: “Con la grazia di Allah l’operazione ha innescato la paura nei crociati americani spingendoli ad aumentare le misure di sicurezza e intensificare i dispositivi contro i migranti in America”.

Da quanto è emerso dalle indagini condotte finora, l’uzbeko Sayfullo Habibullaevic Saipov stava pianificando l’attacco da mesi, qualcuno dice addirittura da un anno. Non è ancora chiaro se i contatti di Saipov con l’Isis fossero diretti o se si sia trattato di una radicalizzazione avvenuta online, in seguito ai tanti messaggi sui canali social del sedicente Stato Islamico.

Dalle testimonianze raccolte finora tra la gente che lo conosceva, però, emerge che quella di Saipov è stata una radicalizzazione progressiva, iniziata in Ohio e peggiorata a Tampa, e l’imam della moschea che frequentava a due passi da casa, già sotto stretta osservazione dall’FBI da oltre 10 anni, ha riferito al New York Times che l’uzbeko conosceva male la sua religione ed era un tipo dal temperamento difficile, diventando irascibile quando si affrontavano questioni religiose.

Quel che è certo è che Saipov ha detto che avrebbe voluto uccidere ancora, e sul suo furgone sono stati ritrovati alcuni coltelli che probabilmente gli sarebbero serviti per colpire le persone una volta sceso dal van. L’uzbeko ha inoltre chiesto di appendere una bandiera dell’Isis nella sua stanza d’ospedale e che il presidente americano Donald Trump ha chiesto per lui la pena di morte. Anche se nello stato di New York la pena capitale non è prevista e per applicarla bisogna ricorrere a una legge speciale il cui iter può durare anni.

Anna Pedri

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ANTERO 3 Novembre 2017 - 11:00

” soldato ” ?

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