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“La Siria vincerà il neocolonialismo a guida Usa”: la voce del ministero degli Esteri siriano

by Alberto Palladino
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IMG_0601Damasco, 1 feb – “Dopo cinque anni di aggressione le cose sono chiare a tutti, si tratta di un complotto conto la Siria volto a ridisegnare i suoi confini e a saccheggiare le sue risorse. Un complotto guidato da chi è maestro in questo campo, gli Usa“. Non lascia spazio a dubbi il sottosegretario agli esteri siriano Ayman Susan, nell’incontro al ministero con i rappresentanti della delegazione italiana in missione in questi giorni a Damasco. Il gruppo di attivisti del Fronte europeo di solidarietà per la Siria ha, questa mattina, avuto l’occasione di confrontarsi con uno dei massimi esponenti degli affari esteri siriani che ha tracciato un bilancio sommario sulla crisi siriana, affermando che sebbene ” in cinque anni di guerra la Siria abbia perso il fior fiore della nostra gioventù questo per noi ha rappresentato il prezzo di chi non vuole rinunciare alla dignità, ci costa molto meno che arrenderci”.

Di fatto questa guerra, che agli occhi di molti era sembrata un conflitto regionale di piccole dimensioni, ha oramai assunto le proporzioni della minaccia globale con l’esportazione dell’aggressione terroristica targata Isis sin nel cuore dell’Europa, tanto che il diplomatico siriano oggi afferma che con l’esercito siriano “stiamo difendendo l’umanità intera contro il terrorismo. Con i fatti non con le parole.” Non mancano le critiche alle potenze mondiali coinvolte nella crisi siriana, Usa in primis che, afferma il diplomatico, intendono “la democrazia come fosse un menu di ristorante dove poter scegliere solo quello che più piace”. Ed anche la vecchia Europa non rimane immune alle critiche e anzi Ayman Susan ci confessa che “se esistesse un’Europa basata ancora sui suoi valori tradizionali oggi non sarebbe ridotta a segugio degli Usa ma farebbe scelte differenti anche se solamente considerasse la storia e la geografia che ci uniscono.” Valori tradizionali che oramai sembrano perduti nel tempo tanto che addirittura “il socialista Hollande ha consegnato la Francia nelle mani delle multinazionali” e in tutta Europa ora si soffre per l’impatto della crisi dei profughi. L’emigrazione dovrebbe essere una scelta volontaria, oggi invece dalla Siria la gente è stata costretta a espatriare dalle zone occupate dai terroristi, persino la campagna mediatica sui profughi è orchestrata dai servizi segreti turchi che usano i flussi migratori per ricattare l’Europa”.IMG_0624

A tutto questo si aggiunge la totale cessazione unilaterale dei rapporti diplomatici tra la Siria e i paesi europei per cui ad oggi, per esempio l’Italia, “non vuole o non può comunicarci il numero esatto dei profughi siriani che sono sbarcati sulle sue coste”. “E’ uno dei molti aspetti dell’aggressione alla Siria, svuotarla delle sue forze produttive migliori e dei giovani che invece andrebbero aiutati in patria, prendendo decisioni politiche di lunga veduta e non totalmente inefficaci come quelle adottate fino ad ora”. Congedandosi dalla delegazione il sottosegretario ha lanciato l’invito a tornare presto in Siria, affermando che “la vittoria è all’orizzonte e presto potremo festeggiare insieme il trionfo della luce sulle tenebre e della civiltà sulla barbarie”.

da Damasco

Alberto Palladino

Eugenio Palazzini

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