Roma, 15 dic – Mentre in Italia, nel bene e nel male, ogni centesimo speso per le Forze Armate si trascina un esercito di polemiche e polemizzatori, in Danimarca, il nuovo governo è pronto a barattare un giorno di festività in cambio del sostegno alle spese per la difesa. Questa (per noi) strana scelta, è una delle prime misure concordate dall’insolita coalizione di governo tra centrosinistra e centrodestra danese, la prima dagli anni ’70. Se la scelta di eliminare un giorno di festività, a noi italiani può risultare folle se non abominevole, ancora più strano dovrebbe sembrarci che, ad approvare la singolare mossa danese, siano stati unitamente i socialdemocratici e i moderati di centrosinistra, insieme ai liberali di centrodestra, che insieme governano la nazione scandinava. Anche qui da noi, specialmente negli ultimi dieci anni, ne abbiamo viste di cotte e di crude tra rimpasti di governo, governi tecnici, etc, questo caso danese relativo alle spese militari lascia alquanto stupiti.
Un governo di centrodestra e centrosinistra per coprire lo scandalo pellicce
In Danimarca, però, la situazione è molto particolare. Lo scorso ottobre, il primo ministro Frederiksen, ha indetto elezioni anticipate a seguito delle proteste causate dall’abbattimento di migliaia di visoni negli allevamenti di pellicce. I fatti si verificarono al culmine della pandemia e, dalla stampa ai social, la cittadinanza danese andò su tutte le furie per la malcelata strage approvata silenziosamente dal governo. Nonostante il partito di Frederiksen abbia ottenuto il maggior numero di voti, lo stesso ha rassegnato le dimissioni del governo alla regina Margrethe. Pubblicamente, Frederiksen, ha spiegato di voler formare una coalizione più ampia, trovando appunto un accordo con i propri rivali storici. Abbandonate le richieste di un’inchiesta legale indipendente sull’abbattimento dei visoni, liberali e moderati si sono dunque uniti al leader del centrosinistra socialdemocratico.
Una strana corsa agli armamenti
Composto in breve tempo il nuovo governo, ora l’ex primo ministro e leader dei moderati, Lars Lokke Rasmussen, è stato nominato ministro degli esteri. A farli compagnia troviamo anche il leader liberale di centrodestra, Jakob Ellemann-Jensen, diventato vice primo ministro e ministro della difesa. Nasce forse da questa strana accoppiata la priorità di coalizione di raggiungere l’obiettivo della Nato, che prevede il 2% del PIL per la difesa. Vista anche la posizione geografica della Danimarca, la questione della difesa è stata però in prima linea nel dibattito politico sin dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, portando la politica ad accelerare al fine di raggiungere l’obbiettivo tre anni prima del previsto. E qui arriviamo al nocciolo della questione; Frederiksen ha dunque annunciato che il governo eliminerà uno degli 11 giorni festivi della Danimarca, nella speranza di aumentare la produttività e l’attività economica per sostenere le spese militari.
Barattare un giorno di ferie per la Nato
Da quanto riportano le fonti giornalistiche danesi, è probabile che la scure vichinga cada su Store Bededag, il “Grande giorno di preghiera”, istituito nel lontano 1686, e che cade il venerdì prima della quarta domenica di Pasqua. Ovviamente però, tra i fedeli e gli amanti del tempo libero il provvedimento ha suscitato diverse critiche, a cominciare dalla comunità religiosa danese. Il decano della cattedrale di Roskilde, Sophie Olander, a TV2 ha dichiarato che: “Abbiamo bisogno di vacanze, come momenti per raccogliere le nostre energie e avere tempo per la preghiera e la riflessione. È un peccato avere una società che pensa che ciò non sia importante”. Ma se la chiesa danese si dice rattristata dall’iniziativa, anche il mondo del commercio non fa certo i salti di gioia. Molti imprenditori e commercianti danesi lamentano che tale scelta potrebbe provocare una perdita di introiti importante. La festività annullata, infatti, portava a negozi e centri commerciali danesi ricchi guadagni. Guadagni di cui, ora, ancora una volta, godrà la Nato.
Andrea Bonazza
3 comments
Chi vuole che la propria sicurezza sia dettata da altri… “festeggi” fumando e lavorando per gli altri sempre di più. I “margini” della Danimarca evidentemente non consentono di fare altro.
Allora è vero che con la Nato si vive alla giornata!
c’ è del marcio in danimarca ……
La NATO , ma noi latini dovremmo dire OTAN , ha cessato il suo scopo esistenziale alla caduta del muro di Berlino …… ma CHI può dire ad ormai inutili funzionari dallo stipendio di 500 mila o 1 Milione di Euro annui … che sono licenziati ?????
Dovrebbe comprarla Elon Musk …….
Si diceva che Draghi volesse sostituire STOLTENberg , nomen omen …….
La UE , altro inutile fardello BUROCRATICO , ha partorito SOLO una fetente
moneta unica , un vero STATO / NAZIONE , come primo dovere avrebbe la sicurezza , anzichè buttar danari nell’ inutile OTAN …. sarebbe giusto costituire un
ESERCITO EUROPEO , ma sai le risate ? Sai poi i sacchi di denari nelle case e nelle cucce dei loro cani dei funzionari preposti all’uopo ……..