Parigi, 10 gen – “Je ne suis pas Charlie”: Jean-Marie Le Pen canta fuori dal coro e pur deplorando “la morte di dodici compatrioti” nell’attentato alla redazione di Charlie Hebdo, denuncia la manifestazione di solidarietà “orchestrata dai media”.
“Oggi – ha detto il patriarca della famiglia Le Pen – ‘siamo tutti Charlie, io sono Charlie’. Ebbene, sono spiacente, io non sono Charlie. E questo nonostante io mi senta toccato dalla morte di dodici compatrioti francesi di cui non voglio neanche sapere l’identità politica, per quanto in realtà io la conosca bene, essendo quella di nemici del Fn che ne chiedevano il discioglimento con una petizione fino a non troppo tempo fa”.
Per Le Pen, l’attentato del 7 gennaio “è un atto significativo nll’evoluzione dell’insicurezza del nostro paese. E la responsabilità dei nostri governanti da 20 o 30 anni è chiara, poiché è evidente che questo fenomeno terroristico è legato al fenomeno dell‘immigrazione di massa”.
Quanto all’ondata di dolore e indignazione che sta attraversando la Francia, il presidente onorario del Front ha detto che “il modo in cui tutto ciò è stato orchestrato mi ricorda manifestazioni dello stesso tipo che furono organizzate con la complicità dei media, anche di destra, come per esempio ai tempi dell’affaire Carpentras, in cui il Front national fu accusato di aver violato una tomba in un cimitero ebraico quando invece era del tutto innocente”.
Il fondatore del partito ha anche commentato l’esclusione del Fn dalla manifestazione commemorativa organizzata dal governo: “Alla fin fine, la nostra esclusione è un omaggio che ci è stato fatto e che, credo, sarà interpretato come tale dai nostri concittadini, che avranno l’occasione di manifestare la propria opinione nell’urna”.
Giuliano Lebelli