Roma, 14 gen – Ci sono due elementi culturalmente rilevanti nella nuova minaccia terroristica all’Italia, venuta dal numero due di Al Qaeda nel Maghreb islamico (Aqmi), l’algerino Abu Ubaydah Yusuf al-Anabi: il primo è che si lanciano strali contro l’Italia “romana”, il che significa che i terroristi ci vedono migliori di come siamo, almeno se essi si riferiscono all’eredità ancestrale dell’Urbe e non al guano del Lungotevere. La seconda è che si attacca la nostra nazione per via di un supposto progetto di ricolonizzazione della Libia, che sarebbe in continuità con quello di epoca fascista espressamente citato. E anche in questo caso, non solo Al Qaeda ci vede come animati da un protagonismo geopolitico e di una vocazione mediterranea che non abbiamo più, ma dice anche la parola fine sulla bufala dell’islamofascismo.
Ma andiamo con ordine. Anabi ha lanciato le sue minacce in un video di 23 minuti e 24 secondi il cui contenuto è stato rivelato dall’agenzia mauritana “Al-Akhbar”, che ne ha ricevuto una copia. Nel suo discorso sostiene che “l’Italia romana ha occupato Tripoli” e si avvertono anche gli “invasori” italiani che si pentiranno e che saranno “umiliati e sottomessi”. Secondo il terrorista, “un generale italiano”, di cui non vengono forniti altri dettagli, “è a capo di un governo fantoccio di cui fa parte gente della nostra razza che ha venduto la sua religione”. Un riferimento ai progetti, controversi, di un nuovo intervento in Libia?
Anabi lancia una minaccia “ai nuovi invasori, i nipoti di Graziani” e tuona: “Vi morderete le mani pentendovi di essere entrati nella terra di Omar al-Mukhtar e ne uscirete umiliati e sottomessi, con il permesso di Dio”. Si citano espressamente, quindi, tanto il generale che fu vicegovernatore della Cirenaica italiana durante il fascismo che il combattente libico che guidò la resistenza all’occupazione italiana. Ma come, il terrorismo islamico non era l’erede del nazifascismo?
Anabi, infine, dice la parola definitiva sulle primavere arabe: “Con le rivoluzioni arabe l’Occidente crociato ha assistito al ritorno dei musulmani alla loro religione, ha preso atto del loro desiderio ostinato di applicare la sharia, e non ha trovato altro rimedio che tornare a occupare quei territori, mettendo le sue avide mani sulle ricchezze e sul petrolio e continuare a controllarli”.
Giorgio Nigra