Roma, 16 dic – Frontiere chiuse fino al 29 dicembre e dunque ingresso vietato agli stranieri, per evitare il diffondersi della variante Omicron del Covid. Così il governo di Tel Aviv torna a trincerarsi, dopo aver reso Israele di nuovo visitabile ai non residenti per appena 28 giorni. Confini blindati per tutti fedeli cristiani, ma non per molti ebrei. Una doccia fredda in pieno dicembre per chi contava di effettuare i consueti pellegrinaggi di Natale in Terra Santa.
Natale: Israele chiude ai pellegrini cristiani, ma apre a gruppi di ebrei
Per questo alcune comunità cristiane hanno provato a ottenere permessi appositi. Nulla di fatto però, il comitato governativo – guidato dal ministro Ayelet Shaked – ha deciso che soltanto alcuni gruppi di giovani ebrei nordamericani potranno visitare il Paese durante le festività natalizie, con tour speciali organizzati dall’associazione Birthright (in italiano “Diritto di nascita, ndr). Una scelta che ha mandato su tutte le furie Wadi Abunassar, portavoce delle varie denominazioni cristiane: “Queste discriminazioni razziste non devono accadere”, quindi “ci appelliamo alle autorità israeliane perché garantiscano l’ingresso a tutti quelli che vogliono visitare il Paese indipendentemente dalla religione”.
Infuriata anche la Chiesa cattolica
Stando a quanto riferito da Davide Frattini, corrispondente del Corriere della Sera in Israele, dal ministero dell’Interno israeliano ammettono che alcune eccezioni sono state concesse e che potrebbero essercene altre. Senza però specificare quando e per chi. Intanto una fonte anonima ha dichiarato all’Associated Press che la Chiesa cattolica è infuriata per la chiusura di Tel Aviv e si è appellata al ministero del Turismo di Israele affinché si trovi quanto prima una soluzione.
“I numeri dei contagi per coronavirus sono crollati drasticamente, non avrebbe dovuto essere un problema approvare l’ingresso in gruppi monitorati e soggetti ai regolamenti del green pass”, tuona un religioso cristiano interpellato dal quotidiano israeliano Haaretz. “Questo passo avrebbe impedito discriminazioni e dato aria ai centri turistici, che sono in profonda crisi nel pieno della stagione dei pellegrinaggi”. Mentre un altro religioso cristiano parla di “questione di principio” e si chiede: “Perché i visitatori Birthright, che sono cittadini stranieri, ottengono tale esenzione, mentre i pellegrini no? L’unica differenza è che loro sono ebrei”.
Eugenio Palazzini