Roma, 2 nov – “Apprezziamo moltissimo la presa di posizione del premier italiano Matteo Renzi“. Queste le parole del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu che ha incontrato Sergio Mattarella in visita istituzionale in Israele. Netanyahu, dopo aver confermato l’iniziale delusione di Tel Aviv per l’astensione dell’Italia all’Unesco, in occasione della risoluzione sui luoghi Santi del Medio Oriente, ha voluto congratularsi per la pronta rettifica italiana.
Il 18 ottobre scorso l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha infatti deciso di usare esclusivamente il nome islamico per riferirsi al complesso della moschea di Al-Aqsa, ignorando il termine ebraico Monte del Tempio. “Si tratta di un tentativo di cancellare la storia del popolo ebreo e – ha specificato il primo ministro israeliano – di una decisione che porta difficoltà anche al cammino della pace in Medio Oriente”. Netanyahu ha confermato però a Mattarella di aver “perdonato” l’Italia per essersi astenuta in sede Unesco, grazie alla conseguente indignazione di Renzi. Pochi giorni dopo l’astensione sulla risoluzione e la ferma condanna da parte di Israele, il premier italiano è infatti intervenuto in collegamento telefonico con Rtl: “Si tratta di una vicenda allucinante, ho chiesto al ministro Esteri di vederci subito al mio ritorno a Roma – aveva dichiarato Renzi – È incomprensibile, inaccettabile e sbagliato. Ho chiesto espressamente ieri ai nostri di smetterla con queste posizioni. Non si può continuare con queste mozioni finalizzate ad attaccare Israele. Se c’è da rompere su questo l’unità europea che si rompa”.
Rettifichiamo, ci cospargiamo il capo di cenere e chiediamo umilmente scusa. Il governo italiano ha dimostrato ancora una volta di non saper tenere una posizione minimamente autonoma in politica estera, qualunque essa sia.
Israele accetta le nostre scuse e continua ad esserci “amico”. E’ l’unica cosa che sembra interessare al governo Renzi, pazienza se la credibilità italiana in politica estera è ai minimi storici, se non siamo più in grado di interloquire con le nazioni del Mediterraneo da una posizione di forza, se ci prendono a pesci in faccia ovunque, se nessuno riesce a capire se Roma conservi ancora almeno una parvenza di sovranità. Quello che conta è fare la pace con Tel Aviv, altrimenti si arrabbia.
Eugenio Palazzini