Gerusalemme, 11 mar – Sta dando vita ad accesissime proteste la possibilità che venga cambiata la normativa sulla leva obbligatoria in modo tale da includere anche i giovani ebrei ultraortodossi che studiano nelle scuole talmudiche, gli haredim.
Sin dal 1948 infatti gli studenti dell’Università Yeshiva (la Sacra facoltà rabbinica) sono stati esentati dal servizio militare essendo all’epoca una esigua minoranza. Oggi, complice un tasso di natalità assai elevato in continua crescita, si stima che i giovani ortodossi siano il 15% dei ragazzi in età di leva, che in Israele dura tre anni. E nell’arco di trent’anni, a questi ritmi, arriveranno insieme agli arabi, che ugualmente non devono prestare il servizio di leva, al 78% dei giovani.
Tel Aviv ha da anni un pesantissimo carico sia in termini di difesa che in termini economici: gli ultraortodossi godono infatti di cospicui aiuti statali, dal momento che gli uomini si cimentano nello studio e nell’esegesi della Torah e del Talmud, senza svolgere altra attività lavorativa, e le donne sono casalinghe.
Nel febbraio 2013 è stata dichiarata incostituzionale la legge Tal, che appunto esonerava i giovani ortodossi dalla leva, dando così la possibilità al governo Netanyahu di apportare sostanziali riforme in materia.
La coscrizione partirà nel 2017 e avrà carattere semiuniversale, esonerando una percentuale tra il 5% e il 10% degli studenti talmudici, ovvero i più meritevoli. E alla Knesset si ventila la possibilità che il servizio di leva duri solo 2 anni per gli haredim, oltre che di posticipare la partenza in ragione degli studi. Tali misure sarebbero il frutto di un compromesso con i tre partiti attualmente in minoranza che sostengono le comunità ortodosse, United Torah Judaism, Shas e Agudat Israel. Nessun compromesso invece per chi si rifiuta di servire in armi Israele, con pene di carcere militare fino a due anni.
Tali novità in materia di difesa sono il frutto di un governo formato da partiti più combattivi di quelli tradizionali, come i sionisti laici di Yesh Atid, i coloni di ha-Bayit ha-yehudi e Israel Beitenu.
Il progetto di legge ha portato levate di scudi durissime da parte delle lobby ortodosse non solo in Israele, dove il 3 marzo hanno sfilato per la prima volta unite le tre comunità ortodosse di Sefarditi, Lituani e Chassidici ma in tutto il mondo (due giorni fa si è tenuta una imponente manifestazione a Manhattan, in cui hanno sfilato 500.000 ultraortodossi della fiorente comunità newyorkese), e proteste che tendono sottolineare l’inadeguatezza dei giovani studenti talmudici alla vita militare, e la mancanza di programmi di riconversione nel mondo del lavoro al termine del servizio di leva.
D’altro canto c’è chi fa rilevare come tale proposta, oltre ad essere discriminatoria nei confronti degli ebrei laici (che non beneficerebbero della riduzione da tre a due anni) potrebbe sfociare in un nulla di fatto: la coscrizione dovrebbe partire dal 2017, e non essendo retroattiva non toccherebbe i ragazzi oggi in età di leva. Oltretutto nei prossimi anni la maggioranza in seno al parlamento israeliano potrebbe cambiare, portando alla ribalta i partiti ortodossi oggi all’opposizione.
Valentino Tocci