Roma, 9 apr – Per carità, ormai la situazione era evidente a chiunque, ma le cronache recenti ci offrono un ulteriore conferma sulla reale forza del sedicente stato islamico. Notizie recenti ci mostrano infatti un ISIS forte sul web, ma decisamente meno negli scenari operativi, specialmente se in presenza di truppe regolari.
Sul fronte siriano infatti i principali obiettivi dell’Isis nei pressi di Raqqa, considerata la capitale dello stato islamico in Siria, sono soggetti di massicci bombardamenti da parte dei cacciabombardieri CF-18 dell’aeronautica canadese. Lo riferisce il sito Global News riferendo di un bombardamento presso un’ex base militare siriana occupata dai jihadisti. Il ministro della Difesa canadese, Jason Kenney, ha confermato la notizia dichiarando, in un tweet: “Assieme a partner della coalizione hanno compiuto con successo il loro primo raid aereo contro un obiettivo dell’Isis in Siria”
Gravi perdite anche in Iraq dove, secondo quanto riportato dalla stampa tedesca, i miliziani hanno perso almeno tre grandi pozzi petroliferi. Secondo quanto riferito da Afp, l’Isis manterrebbe al massimo il 5% delle capacità estrattive che deteneva al momento della sua massima espansione in Iraq. I campi di Himrin ed Ajil sono stati incendiati e quello ancora sotto il loro controllo, il campo di Qayara, garantisce al massimo 2 mila barili giornalieri.
I campi controllati in Siria, dalla capacità teorica totale di 15 mila barili giornalieri, sono fortemente danneggiati e non riescono a compensare le perdite. Se si aggiunge la forte mancanza di personale qualificato per mantenere e sfruttare appieno gli impianti è facile intuire che il califfato è “a malapena in grado di vendere del petrolio”. L’isis sta quindi perdendo progressivamente la sua principale risorsa di finanziamento.
Cesare Dragandana
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