Roma, 20 gen – C’era una volta l’Iraq laico, retto da un regime il cui numero due era addirittura un cattolico caldeo. Poi quel Paese fu liberato e, tra i tanti vantaggi della democrazia, oggi può godere della distruzione di templi cristiani antichissimi. È il caso del monastero di St. Elijah di Mosul, costruito nel 590 dopo Cristo e fatto saltare dall’Isis. Le devastazioni risalgono all’estate del 2014, quando Mosul cadde nelle mani dello Stato Islamico, ma sono state accertate solo un anno e mezzo dopo. La conferma è arrivata grazie ad alcune fotografie satellitari scattate dalla società DigitalGlobe per l’agenzia Associated Press.
L’edificio era il monastero cristiano più antico dell’Iraq ed era già in gran parte senza tetto, ma erano ancora visibili 25 stanze e una cappella. Secondo esperti che hanno visionato le immagini, le antiche mura di pietra “sono state letteralmente polverizzate”, con l’uso di bulldozer e forse di esplosivi, probabilmente tra l’agosto e il settembre 2014. Prima dell’Isis, erano stati gli americani a vandalizzare il monastero (sì, quelli che erano lì in nome di una crociata per l’Occidente cristiano): i soldati della 101ma Divisione aviotrasportata Usa avevano ricoperto le pareti di disegni e vi avevano inciso l’aquila che è il loro simbolo. Tra le altre distruzioni dell’Isis nella zona, quella del mausoleo di San Giorgio, patrono di Mosul, e della mitica tomba di Seth, che ebrei, cristiani e musulmani venerano come figlio di Adamo ed Eva. Entrambi i siti sono stati rasi al suolo 25 luglio 2014.
Giuliano Lebelli
2 comments
2+2 =4 ma per I media che comandano l informazione fa’ 5
https://m.youtube.com/watch?v=YjFmIlrCJWM