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Follia in Francia: politico condannato per aver parlato dell'invasione migratoria

by Adriano Scianca
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Parigi, 6 apr – Parlò di “invasione migratoria”: la giustizia lo ha condannato a una multa di 5000 euro. Accade in Francia, al gollista Nicolas Dupont-Aignan, ex esponente dell’Ump, poi fiondatore nel 1999 del movimento Debout la France, infine sostenitore di Marine Le Pen prima del secondo turno delle presidenziali che hanno incoronato Emmanuel Macron.
Dupont-Aignan è stato condannato per aver twittato, il 17 gennaio 2017, la seguente frase: “I socialisti compensano il calo della natalità con l’invasione migratoria. Il cambiamento di popolazione è adesso!”. Tanto è bastato per essere segnalato dalla Licra, la Lega internazionale contro il razzismo e l’antisemitismo. Da qui la condanna per “incitamento all’odio e alla discriminazione”, arrivata mercoledì.
I suoi avvocati hanno tentato invano di appellarsi all’immunità parlamentare, che i giudici hanno ritenuto non applicabile al caso in oggetto. I legali del politico hanno anche spiegato che il tweet incriminato voleva solo fare una parodia di uno slogan di François Hollande: “Il cambiamento è adesso!”. Niente da fare, il procuratore ha lanciato i suoi strali con furia orwelliana: “Abbiamo un responsabile politico di primo piano candidato all’elezione presidenziale, che riprende tranquillamente, pubblicamente, una teoria complottista e razzista nata nei bassifondi dell’estrema destra francese all’inizio del decennio precedente. Non condannarlo significherebbe affermare che si possono aprire le porte al discorso razzista alla luce del sole”. Inoltre ha spiegato che, per il gollista, si tratta del “primo, e speriamo ultimo, avvertimento”, come se un tribunale in un Paese democratico dovesse “avvertire” i cittadini, mandare messaggi intimidatori, anziché limitarsi ad applicare la legge. Si tratta comunque di un mero assaggio di quella che sarà la libertà di espressione dell’Europa prossima ventura.
Adriano Scianca

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4 comments

Raffo 6 Aprile 2018 - 10:22

Senza parole,pensavo di aver toccato il fondo in Italia nel vedere un bastardo slavo libero in strada a passeggiare dopo aver stuprato una donna durante una rapina………libero ,lo sterco umano ,poiché un giudice non lo aveva “giudicato “pericoloso………in Francia ora si colpisce il pensiero, la libertà morale e ideale di definire invasione la teppaglia straniera che lorda e ammorba le nostre strade……..cosa passi nella mente ottenebrata di tali censori e sublimi magistrati non pare ben chiaro,se non la volontà di distruggere e disgregare un tessuto sociale dignitoso…………ma nella giornata in cui un sindaco comunista in emilia romagna starnazza al vento per togliere simboli e onorificenze del duce mentre intorno a lui degrado, spaccio e fango africano deturpano una intera città, ci fa comprendere come la mente di tali personaggi sia traviata e oscurata da una ideologia post piddina fallita e indegna.

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Eusebio III 7 Aprile 2018 - 2:33

In tutte le nazioni democratiche il PROBLEMA è la MAGISTRATURA
Dunque il principio dell’indipendenza della magistratura, deve essere ricacciato nel mondo delle favole ed i magistrati dell’accusa così come i GIUDICI, DEVONO essere SOTTOMESSI al controllo del POPOLO: i pubblici ministeri sotto il controllo del Governo, mentre i Giudici DEVONO essere controllati e quando è il caso PROCESSATI dal PARLAMENTO e finire in galera.
La parola stessa “giurisprudenza” è un REATO EVERSIVO: le leggi le fa il Parlamento non i magistrati.

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Fabrice 9 Aprile 2018 - 6:05

@EusebioIII
In Francia la magistratura inquirente è in dipendenza gerarchica dal potere esecutivo che vuol dire che il Ministro della Giustizia del governo francese di turno fa il bello e il cattivo tempo sulle inchieste dei magistrati inquirenti e il tutto avviene in modo perfettamente legale!!
E siccome al Governo in Francia ci sta Macron che è l’antitesi di Nicolas Dupont-Aignan e allora è ovvio che ogni occasione, anche quella legale, è buona per bastonare Nicolas Dupont-Aignan, insomma, colpirne uno per educarne cento!!
Saluti.
Fabrice

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luciano 7 Aprile 2018 - 2:45

Sono decenni che in Europa chi cerca di scrivere e dire verità scomode va in galera, specie in Germania, in Belgio, in Francia ma anche in Austria.
Da noi c’è la Legge Mancino, aggravata dalla variante genocidi….

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